giovedì 28 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: ROSETTA/EARL HINES

Ben ritrovati nella nostra rubrica musicale.
Stasera segnaliamo un grandissimo pianista dell'epoca d'oro del jazz, ovvero Earl "Fatha" Hines (1903-1983).



















Si può senza dubbio affermare che costui, assieme agli altrettanto grandiosi Jelly Roll Morton e James Price Johnson, rappresentò una delle figure fondamentali per lo sviluppo del pianismo jazz.
Il brano che andiamo ad ascoltare è uno dei più noti di Hines, ovvero "Rosetta", registrata per la prima volta dal pianista, assieme alla propria orchestra, il 13 febbraio 1933.
La suddetta composizione diventò successivamente parte, precisamente a partire dal 1976, del musical Bubbling Brown Sugar, il quale include musiche anche di altri straordinari protagonisti della musica jazz, tra cui Duke Ellington, Count Basie, Cab Calloway e Fats Waller.
Ascoltiamo, in particolare, la versione totalmente pianistica di Rosetta, eseguita dallo stesso Hines nel 1939.



Alla prossima!

mercoledì 27 febbraio 2019

CAMILLE JORDAN E LA MISURA DI PEANO-JORDAN

Oggi andiamo a scoprire la figura di un matematico francese molto importante vissuto tra il XIX e il XX secolo.

Il giovane Camille Jordan




















Stiamo parlando di Marie Camille Ennemond Jordan (1838-1922), colui a cui si devono notevoli contributi in disparati ambiti della matematica, tra cui:
  • il teorema della curva di Jordan (in topologia);
  • la forma canonica di Jordan (in algebra lineare);
  • il lemma di Jordan (che sarà l'argomento principale della prossima puntata della nostra serie di post dedicata all'analisi complessa);
  • la misura di Peano-Jordan, che osserveremo nel dettaglio a breve.
Camille Jordan nacque a Lione il 5 gennaio 1838.
Suo padre, Esprit-Alexandre Jordan (1800-1888), era un ingegnere che si era istruito al prestigioso École Polytechnique di Parigi, mentre sua madre, Joséphine Puvis de Chavannes, era la sorella del famoso pittore Pierre Puvis de Chavannes, uno dei maggiori rappresentanti della pittura francese del XIX secolo.

La Fantasia di Pierre Puvis de Chavannes

























La famiglia del padre godeva anch'essa di una buona fama: il prozio del matematico, Ennemond-Camille Jordan (1771-1821), ottenne una rispettabile posizione politica e un cugino, Alexis Jordan (1814-1897), era un celebre botanico.
Inizialmente il nostro Jordan studiò al Lycée de Lyon e al Collège d'Olluins.
Successivamente, come il padre, nel 1855 entrò all'École Polytechnique per intraprendere gli studi di matematica.
Qui, tuttavia, Jordan si assicurò di ottenere importanti conoscenze in campo ingegneristico (lavorò a lungo alla stregua di ingegnere nel corso della sua vita), come molti altri matematici del suo tempo, fra cui il grande Cauchy.
Al politecnico francese Jordan si distinse per ingegno, intuizione, ma soprattutto per l'originalità delle sue notazioni, aspetti che si possono ritrovare in tutta la sua attività di matematico come ben documentato dai propri lavori scientifici.
La conclusione dell'attività di studente di Jordan si realizzò con la magistrale tesi (esaminata da Duhamel, Serret e Puiseux) del 1861, costituita da 2 parti:

1) Sur le nombre des valeurs des fonctions, di carattere algebrico;
2) Sur des periodes des fonctions inverses des intégrales des différentielles algebriques, che riguardava gli integrali della forma ∫ u dz, dove u è una funzione la quale va a soddisfare l'equazione algebrica f (u, z) = 0.

A seguito della discussione della tesi, Jordan continuò a lavorare per un po' di tempo come ingegnere, prima a Privas, poi a Chalon-sur-Saône ed infine a Parigi.
Nel 1862 convolò a nozze con Marie Isabelle Munet, figlia del vicesindaco di Lione, dalla quale ebbe ben 8 figli.
Nel 1873 Jordan divenne esaminatore all'École Polytechnique e, sempre qui, il 25 novembre 1876 gli fu affidata la cattedra di analisi.
Qualche anno dopo, precisamente nel 1883, diventò pure professore al Collège de France e il suo Cours d'analyse de l'École Polytechnique (pubblicato per la prima volta in 3 volumi tra il 1882 e il 1887) si impose come un testo di riferimento in quel periodo.
Come abbiamo già anticipato, Jordan si interessò ad un'ampia gamma di ambiti matematici, a cui apportò significativi contributi, tra cui, per citarne alcuni, la teoria dei gruppi finiti, l'algebra lineare e multilineare, la teoria dei numeri, la topologia dei poliedri, le equazioni differenziali e la meccanica.
Nel 1912 Jordan abbandonò la carriera accademica, tuttavia continuò a dirigere fino alla sua morte il Journal de Mathématiques Pure et Appliquées, fondato nel 1836 da Liouville (incarico che aveva assunto nel 1885).
Il Journal rappresentava uno dei principali giornali di matematica del tempo e giocò una notevole importanza nello sviluppo della matematica del XIX secolo.
Fra gli onori conferiti a Jordan annoveriamo la sua elezione all'Académie des Sciences nel 1881; nel 1890 divenne poi ufficiale della Légion d'honneur.
Fu inoltre presidente onorario del Congresso Internazionale dei Matematici a Strasburgo nel 1920.
Jordan esalò l'ultimo respiro a Parigi il 22 gennaio 1922.
In suo onore sono stati intitolati l'asteroide 25593 Camillejordan e l’Institute Camille Jordan.
Va assolutamente sottolineato che Camille Jordan non deve essere confuso con il geodeta tedesco Wilhelm Jordan (1842-1899), da cui prende il nome il metodo di eliminazione di Gauss-Jordan (di cui abbiamo parlato qui) e con il fisico matematico tedesco Pascual Jordan (1902-1980) a cui si deve l'algebra di Jordan.
Prima di andare a scoprire cosa sia la misura di Peano-Jordan, leggiamo cosa scrive il bravissimo Ian Stewart, nel libro Domare l'infinito, a proposito di Jordan e gruppi (per una prima leggera "infarinatura" sulla nozione matematica di gruppo, vedere qui e qua):

"Il concetto di gruppo fu introdotto esplicitamente per la prima volta nel lavoro di Galois, anche se alcuni primi accenni si trovano nell'opera epica di Ruffini e nelle eleganti ricerche di Lagrange. Nell'arco di un decennio dalla diffusione delle idee di Galois, per opera di Liouville, la matematica poté contare su una teoria dei gruppi ben formata. L'artefice principale di questa teoria fu Camille Jordan, la cui opera in 667 pagine, Traité de substitutions et des équations algébrique, fu pubblicata nel 1870. Jordan sviluppò tutto l'argomento in una maniera sistematica ed esauriente. L'interesse di Jordan per la teoria dei gruppi aveva avuto inizio nel 1867, al tempo in cui ne aveva mostrato in maniera esplicita il profondo collegamento con la geometria, classificando i tipi fondamentali di movimento di un corpo rigido nello spazio euclideo. Un contributo ancora più importante venne dal suo ottimo tentativo di classificare la maniera di combinare questi movimenti in gruppi. Lo stimolo principale gli veniva dal lavoro di Auguste Bravais, che aveva intrapreso uno studio matematico delle simmetrie cristalline, e in particolare del reticolo atomico sottostante. Gli articoli di Jordan generalizzavano le ricerche di Bravais: egli annunciò la sua classificazione nel 1867, e ne pubblicò i particolari negli anni 1868-1869. Dal punto di vista tecnico, Jordan trattava soltanto gruppi chiusi, in cui il limite di qualunque successione di movimenti nel gruppo è anche un movimento nello stesso gruppo. Questi comprendono tutti i gruppi finiti, per ragioni banali, e anche gruppi come tutte le rotazioni di una circonferenza attorno al suo centro. Un tipico esempio di gruppo non chiuso, che non fu preso in considerazione da Jordan, potrebbe essere quello di tutte le rotazioni di una circonferenza attorno al suo centro per multipli razionali di 360°. Questo gruppo esiste, ma non soddisfa la proprietà del limite (perché, per esempio, non include la rotazione per 360 × √2 gradi, dal momento che √2 non è razionale). I gruppi di movimenti non chiusi sono incredibilmente vari e quasi certamente vanno oltre ogni classificazione ragionevole. Quelli chiusi sono trattabili, ma difficili. I principali movimenti rigidi nel piano sono le traslazioni, le rotazioni, le riflessioni e le glissoriflessioni (riflessioni con scorrimento). Nello spazio tridimensionale, incontriamo anche il movimento a vite, come quello di un cavatappi: l'oggetto trasla lungo un asse fissato e simultaneamente ruota attorno allo stesso. Jordan iniziò con i gruppi di traslazioni, e ne elencò 10 tipi, tutti combinazioni di traslazioni continue (di una distanza a piacere) in certe direzioni e traslazioni discrete (per multipli interi di una distanza fissata) in direzioni diverse. Elencò anche i principali gruppi finiti di rotazioni e riflessioni: ciclico, diedrale, tetraedrale, ottaedrale e icosaedrale. Distinse il gruppo O(2) di tutte le rotazioni e riflessioni che lasciano fissa nello spazio una retta, l'asse, e il gruppo O(3) di tutte le rotazioni e riflessioni che lasciano fisso nello spazio un punto, il centro.  In seguito divenne chiaro che il suo elenco era incompleto. Per esempio, Jordan non aveva considerato alcuni dei più particolari gruppi cristallografici nello spazio tridimensionale. Il suo lavoro rappresentò comunque un importante progresso verso la comprensione dei movimenti rigidi euclidei, che sono importanti in meccanica, come anche nel corpus principale della matematica pura. Il libro di Jordan è davvero di vasta portata. Parte dall'aritmetica modulare e i campi di Galois, i quali oltre a fornire esempi di gruppi rappresentano anche il requisito fondamentale per ogni altro argomento contenuto nell'opera. La parte centrale tratta i gruppi di permutazioni, che Jordan chiama sostituzioni. Espone i concetti fondamentali dei sottogruppi normali, cioè quelli usati da Galois per dimostrare che il gruppo di simmetria dell'equazione di 5° grado è incoerente con una soluzione per radicali, e dimostra che questi sottogruppi possono essere usati per scomporre un gruppo generale in parti più semplici. Dimostra che le dimensioni di queste parti non dipendono dal modo in cui è scomposto il gruppo originario. Nel 1889 Otto Hölder migliorò questo risultato, interpretando le parti come gruppi a sé, e dimostrò che la loro struttura di gruppo, non soltanto la loro dimensione, è indipendente dal modo in cui è scomposto il gruppo. Oggi questo risultato è noto come teorema di Jordan-Hölder. Un gruppo è semplice se non si scompone in questo modo. Il teorema di Jordan-Hölder di fatto ci dice che i gruppi semplici hanno con i gruppi generali la stessa relazione che gli atomi hanno con le molecole in chimica. I gruppi semplici sono i costituenti atomici di tutti i gruppi. Jordan dimostrò che il gruppo alternante An, che comprende tutte le permutazioni di n simboli che cambiano un numero pari di coppie di simboli, è semplice per n ≥ 5. Questa è la principale motivazione della teoria di gruppi per cui l'equazione di 5° grado non è risolvibile per radicali."

Dopo questa esemplare spiegazione, la quale ci ha fatto comprendere, senza entrare in un tecnicismo esagerato, i principali contributi di Jordan nell'ambito della teoria dei gruppi, ora avviciniamoci al concetto protagonista del post, ovvero quello di misura (di Peano-Jordan).

martedì 26 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: YOU'VE GOT A FRIEND/CAROLE KING-CELINE DION-SHANIA TWAIN-GLORIA ESTEFAN

Bentornati nella nostra rubrica musicale.

















Stasera ascoltiamo una canzone scritta dalla cantautrice statunitense Carole King nel 1971: "You've Got a Friend".
Ne segnaliamo la versione eseguita dalla stessa King al piano, assieme a 3 straordinarie voci femminili, ovvero quelle di Celine Dion, Shania Twain e Gloria Estefan.
La suddetta esibizione è contenuta nel magnifico concerto VH1 Divas Live del 1998, al quale hanno partecipato, oltre alle cantanti sopracitate, pure le altrettanto grandiose Aretha Franklin e Mariah Carey.
Buon ascolto!



Alla prossima!

lunedì 25 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: THE SHELTERING SKY/RYUICHI SAKAMOTO

Ben ritrovati al nostro appuntamento musicale quotidiano.



















Stasera ascoltiamo un meraviglioso brano di Ryuichi Sakamoto intitolato "The Sheltering Sky" e facente parte della colonna sonora dell'omonimo film di Bernardo Bertolucci del 1990 (in italiano noto come Il tè nel deserto).
La versione del pezzo che andiamo a segnalare è quella presente nell'album 1996 (datato ovviamente 1996) dello stesso Sakamoto, nel quale questo viene interpretato da un trio: Sakamoto al pianoforte, Jaques Morelenbaum al violoncello e David Nadien al violino.
 


Alla prossima!

domenica 24 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: HIS EYE IS ON THE SPARROW/LAURYN HILL & TANYA BLOUNT

Bentornati nella nostra rubrica musicale.












Stasera ascoltiamo un noto inno gospel composto nel 1905 da Charles H. Gabriel, con testo di Civilla D. Martin: "His Eye Is On The Sparrow".
Ne esistono naturalmente innumerevoli versioni; qui segnaliamo quella arrangiata per il film del 1993 Sister Act 2 ed interpretata dalle bellissime voci di Lauryn Hill e Tanya Blount.
Buon ascolto!



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sabato 23 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: CLOSE TO YOU/STEVE TYRELL

Bentornati nella nostra rubrica musicale.












Stasera proponiamo un bel pezzo scritto nientemeno che da Burt Bacharach e Hal David, ovvero "Close to You".
La bellissima registrazione originale è stata affidata al noto gruppo the Carpenters nel 1970 (potete ascoltarla cliccando qui).
Ma siccome qui siamo soliti segnalare spesso interpretazioni differenti dagli originali, ascoltiamoci pure l'ottima cover del cantante jazz Steve Tyrell, nel bel cd Back to Bacharach datato 2008.



Alla prossima!

mercoledì 20 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: SOMEWHERE ALONG THE WAY/BETTE MIDLER

Ben ritrovati al nostro appuntamento musicale quotidiano.




















Stasera ci deliziamo con un bellissimo brano intitolato "Somewhere Along The Way", originariamente registrato dall'eccezionale Nat King Cole nel 1952 (cliccate qui per ascoltare tale versione).
Segnaliamo però anche la bellissima interpretazione fornita dalla nota cantante, oltre che bravissima attrice, Bette Midler, nel divertente film del 1997 That Old Feeling, accompagnata dal pianista jazz Tommy Flanagan.
Buon ascolto!

  

Alla prossima!

martedì 19 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: BURNING LOVE/ELVIS PRESLEY

Bentornati nella nostra rubrica musicale.




















Stasera entriamo in un'atmosfera rock & roll con il re di tale genere, ossia Elvis Presley (1935-1977).
Il brano selezionato è "Burning Love", originariamente inciso dal cantante country statunitense Arthur Alexander nel 1972 e coverizzato, nello stesso anno, da Elvis.
Trattasi di uno degli ultimi veri successi della carriera del cantante, infatti Burning Love è stata la sua più importante hit dai tempi di Suspicious Minds (canzone del 1969).
Buon ascolto!



Alla prossima!

lunedì 18 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: HUNGARIAN DANCE NO.1 (BRAHMS)/NEMANJA RADULOVIC

Bentornati nel nostro appuntamento musicale quotidiano.














Stasera restiamo sulla musica classica, andando ad ascoltare una meravigliosa composizione del tedesco Johannes Brahms (1833-1897): la "Danza ungherese N.1".
Essa rappresenta appunto la prima tra le 21 danze ungheresi scritte da Brahms tra il 1852 e il 1869.
Originariamente tali composizioni sono state pensate per esecuzioni di pianoforte a 4 mani, ma successivamente ne furono creati innumerevoli arrangiamenti per i più disparati strumenti o addirittura per intere orchestre.
La versione che segnaliamo è quella del bravissimo violinista serbo Nemanja Radulovic, il quale ne fornisce un'interpretazione davvero particolarissima, accompagnato dalla pianista francese Laure Favre-Kahn e dal gruppo musicale dello stesso Radulovic denominato Les Trilles Du Diable.
Buon ascolto!



Alla prossima!

domenica 17 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: DER HÖLLE RACHE (MOZART)/LUCIA POPP

Bentornati nella nostra rubrica musicale.
























Scusandomi per l'assenza di ieri, stasera ascoltiamo uno dei brani d'opera più noti in assoluto: "Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen", detta comunemente "Aria della Regina della Notte, dal Flauto magico (K 620), opera in 2 atti del 1791 di Mozart.
Oltre ad essere una delle arie più famose di sempre, è anche tra le più ardue per qualsivoglia soprano, una vera "aria di bravura" insomma!
Segnalo qui quella che, a mio giudizio, è la versione migliore mai registrata in quanto a potenza ed estrema pulizia vocale, ovvero l'esecuzione, risalente al 1969, della magnifica soprano slovacca Lucia Popp (1939-1993).
Buon ascolto!



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venerdì 15 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: SACRIFICE/LISA GERRARD & PIETER BOURKE

Ben ritrovati nella nostra rubrica musicale.














Stasera ascoltiamo la particolarissima voce della cantante australiana Lisa Gerrard, in collaborazione col compositore, percussionista e ingegnere del suono australiano Pieter Bourke.
Il brano selezionato, datato 1998, è intitolato "Sacrifice" e ha fatto parte della colonna sonora del film del 1999 The Insider, con Russell Crowe e Al Pacino.
La voce della Gerrard (contralto, ma capace di raggiungere pure il range tipico da mezzosoprano) è sicuramente profonda, scura, ricca e ben riconoscibile.
Non resta che deliziarci per quasi 8 minuti con questo singolare e bellissimo brano:



Alla prossima!

giovedì 14 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: MINNIE THE MOOCHER/ROBBIE WILLIAMS

Bentornati nella nostra rubrica musicale.




















Stasera ascoltiamo la rivisitazione di un classico del jazz, ovvero "Minnie the Moocher", registrato originariamente da Cab Calloway (1907-1994) nel 1931.
Il brano venne peraltro introdotto, nel 1999, nella Grammy Hall of Fame.
Ma chi diavolo è Minnie "La scroccona" che viene citata nella suddetta composizione?
Un articolo datato 22 novembre 1951 del magazine Jet spiega l'origine della denominazione (precisiamo che il nome Minnie compare anche in altre canzoni dello stesso Calloway):

"Minnie "The Moocher" has died. She was a familiar figure In downtown Indianapolis. A 82-year-old woman whose real name was Minnie Gayton, she acquired the quaint nickname of "The Moocher" by regularly begging food from grocers and carting it off in a baby buggy. She slept in doorways, on porches and in garages. During the record-breaking blizzard, her body was found on a porch, blanketed with snow. She died from exposure."

Naturalmente si consiglia caldamente l'ascolto del brano eseguito dallo stesso Cab Calloway (ce ne sono tante ottime diverse interpretazioni nel corso degli anni da parte sua, come QUESTA), ma qui segnaliamo invece la relativamente recente (2013) cover fatta dal noto cantautore britannico Robbie Williams, il quale ha saputo rendere un giusto tributo a un brano così importante.
Buon ascolto!



Alla prossima!

mercoledì 13 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: VILJA LIED (LEHÁR)/INGEBORG HALLSTEIN

Ben ritrovati al quotidiano appuntamento musicale su Scienza e Musica.























Stasera ascoltiamo uno dei brani più celebri tratti dalla bellissima operetta La Vedova Allegra di Franz Lehár (1870-1948), datata 1905: il "Vilja Lied" (in italiano "Romanza della Vilja") dal 2° atto.
L'interpretazione che vi verrà proposta è quella della a dir poco superlativa soprano Ingeborg Hallstein, di cui ho già parlato in un post sul blog Al Tamburo Riparato.
Buon ascolto!



Alla prossima!

martedì 12 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: LOVE IS ON THE WAY/BILLY PORTER-CELINE DION

Bentornati nella nostra rubrica musicale.
Stasera segnaliamo un brano che fa parte della colonna sonora del film del 1996 Il club delle prime mogli: "Love Is On The Way".
La versione originale è quella del cantante e attore statunitense Billy Porter, che potete ascoltare qui di seguito:



Non posso tuttavia esimermi dal segnalare pure l'ottima cover che ne fece Celine Dion nel famoso album (un album praticamente perfetto, oltre che uno dei più venduti della storia) Let's Talk About Love del 1997:



Un particolare da notare è poi il seguente: così come Celine coverizzò il suddetto brano di Billy Porter, costui coverizzò successivamente una canzone della cantante canadese, precisamente "Only One Road" (datata 1993).
Una vera e propria condivisione di pezzi magistrali da parte di 2 incredibili artisti.
Visto che ormai l'abbiamo citato, guardiamo anche una straordinaria interpretazione live di Only One Road da parte della Dion:



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lunedì 11 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: HELLO/DIMASH KUDAIBERGEN

Ben ritrovati nella nostra rubrica musicale.
Dopo la "pausa sanremese" (durante la quale abbiamo prontamente risposto con una playlist di incredibili esibizioni vocali live), non c'è modo migliore di ricominciare la nostra serie di post se non con un vero talento dei giorni odierni: il cantante e polistrumentista kazako Dimash Kudaibergen.














La sua estensione vocale è stata stimata di ben 6 ottave, ma la cosa più incredibile è la facilità con cui riesce a passare da un registro vocale ad un altro, per esempio da quello da tenore a quello da soprano!
Se non l'avete mai ascoltato, probabilmente la prima volta vi lascerà letteralmente increduli e a bocca aperta.
Tra le sue ispirazioni musicali egli cita i seguenti nomi (artisti con la "A" maiuscola): Michael Jackson, Celine Dion, Lara Fabian e Luciano Pavarotti.
Non sarebbe così azzardato piazzarlo già in questo "olimpo delle voci"; l'unica cosa che davvero gli manca rispetto ai sopracitati artisti è una vera discografia, che naturalmente speriamo si arricchisca molto presto.
In ogni caso i video delle esibizioni live di Dimash sono già pietre miliari della musica, considerando a maggior ragione ciò che la musica "popolare" attuale propone in generale...
Il video che vi segnalo per l'occasione è quello della sua esibizione del noto brano di Lionel Richie, datato 1983, intitolato "Hello".



Oltre a questo, mi fa piacere segnalare la recentissima prima esibizione di Dimash negli Stati Uniti, in particolare nel tv show "The World's Best", nel quale ha interpretato un magnifico brano in lingua francese, ovvero "S.O.S D'un Terrien En Détresse", prendendo il massimo dei voti dai 3 giudici americani:



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martedì 5 febbraio 2019

THE BEST LIVE VOCAL PERFORMANCES EVER

Interrompiamo per oggi la nostra quotidiana rubrica musicale, per fare qualcosa di diverso.












Stasera incomincia l'edizione 2019 del Festival di Sanremo, il quale, specialmente negli ultimi anni, non ha regalato (a parte pochissime eccezioni, che si possono contare sulle dita di una mano) nulla che si possa davvero definire musica di alta qualità.
Proviamo allora qui, prima di procedere all'ascolto (volontario o involontario) dei brani sanremesi, a fornire un'asticella per le performance vocali live, qualcosa a cui riferirsi quando si ascolta una qualsivoglia canzone eseguita dal vivo.
Questa asticella la poniamo altissima (o meglio, non superabile, ma neanche sfiorabile asintoticamente, dato ciò che il panorama musicale italiano propone ultimamente).
Ho raccolto infatti in una playlist youtube (attualmente conta 51 video, ma verrà ampliata col tempo) le migliori performance vocali mai realizzate dal vivo su un palco (o comunque, in registrazione one-take), indipendentemente dal genere musicale.
Qualcuna di tali performance è stata già segnalata o sarà approfondita presto nella nostra quotidiana rubrica, molte altre sono totalmente inedite per questo blog.
Cito alcuni nomi dei protagonisti della suddetta playlist, giusto per farvi capire subito a cosa mi riferivo quando parlavo di asticella insuperabile: Sarah Vaughan, Ingeborg Hallstein, Dimash Kudaibergen, Ella Fitzgerald, Barbra Streisand, Celine Dion, Maria Callas, Frank Sinatra.
Non mancano alcune tra le pochissime interpreti italiane che meritano un inserimento: Mina, Anna Oxa, Giorgia (di quest'ultima un'esibizione nel Festival di Sanremo 1995).
Spero che vi aiuti ad affrontare in maniera maggiormente critica l'ascolto, non solo del Festival di Sanremo di stasera, ma della musica eseguita dalla voce umana in generale!


lunedì 4 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: HOW DEEP IS YOUR LOVE/BEE GEES

Bentornati nella nostra rubrica musicale.














Stasera ascoltiamo una vera pietra miliare del famoso gruppo britannico Bee Gees, ovvero il brano "How Deep Is Your Love", pubblicato nel settembre 1977 e facente parte della colonna sonora del film La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever).
La canzone vinse peraltro un Grammy Award, per la miglior performance pop da parte di un gruppo, nell'anno successivo.
Buon ascolto!



Alla prossima!

domenica 3 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: YOU RAISE ME UP/SECRET GARDEN

Rieccoci ad un nuovo appuntamento musicale su Scienza e Musica.

















Stasera ascoltiamo un meraviglioso brano, datato 2002, intitolato "You Raise Me Up".
La versione che segnaliamo è quella originale (probabilmente insuperabile), dovuta al duo strumentale irlandese/norvegese Secret Garden, assieme al cantautore irlandese Brian Kennedy.
Buon ascolto!



Alla prossima!

sabato 2 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: GOODBYE, WORLD, GOODBYE/STAN WHITMIRE

Ben ritrovati nella nostra rubrica musicale!














Visto che si è fatto tardi, passiamo immediatamente alla presentazione del brano e all'ascolto: "Goodbye, World, Goodbye", un classico gospel, ottimamente interpretato dal pianista statunitense Stan Whitmire.



Alla prossima!

venerdì 1 febbraio 2019

ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: DANCING/ELISA

Ben ritrovati al nostro appuntamento musicale.
Stasera passiamo alla musica italiana, che proprio italiana non è!




















Infatti il brano selezionato (in lingua inglese), datato 2002, è "Dancing"di Elisa Toffoli, il quale ha fatto peraltro da colonna sonora al film A Time for Dancing.
Un pezzo tecnicamente davvero non semplice, decisamente intenso, scritto ed interpretato da una delle pochissime cantanti italiane degne (ancora) di nota.
Trattasi dunque di una vera perla nel desolante (direi anche vergognoso) panorama della composizione musicale mainstream compiuta in Italia nel millennio in cui ci troviamo, panorama costituito per lo più da stupide e musicalmente blande canzonette (eseguite da mediocri cantanti) e da rap/trap, specialmente negli ultimissimi anni.
Buon ascolto!



Alla prossima!