Consideriamo 2 grossi sistemi che scambiano energia l’uno con l’altro, ma non con qualcos’altro, ovvero 2 sistemi in contatto termico fra loro, ma termodinamicamente isolati dall’ambiente.
Indichiamo con E1 l’energia del primo sistema e con E2 quella del secondo sistema.
L’energia totale E = E1 + E2 si assume perciò costante, dato che i 2 sistemi non scambiano energia con nient’altro.
Dunque il valore di E1 è sufficiente per determinare il macrostato del sistema congiunto.
Ciascuno dei sistemi può chiaramente presentare un numero (molto grande) di possibili microstati.

Assumiamo che il sistema n.1 può essere in qualsiasi degli Ω1(E1) microstati e il sistema n.2 può essere in qualsivoglia degli Ω2(E2) microstati.
Ergo, l’intero sistema può essere in uno degli Ω1(E1)Ω2(E2) microstati.
I sistemi sono in grado di scambiarsi energia reciprocamente e si assume che essi siano stati lasciati a contatto per un tempo sufficientemente lungo da consentire il raggiungimento dell’equilibrio termico.
Ciò implica che E1 ed E2 sono giunti a valori fissi.
L’intuizione cruciale che possiamo compiere è che un sistema tenderà ad assumere una configurazione macroscopica massimizzante il numero di microstati.
Questa idea si base sui seguenti presupposti:
1) ciascuno dei possibili microstati di un sistema è egualmente probabile nel verificarsi;
2) le dinamiche interne del sistema sono tali che i microstati del sistema cambiano ininterrottamente;
3) fornito sufficiente tempo, il sistema esplora tutti i possibili microstati e spende lo stesso tempo per ognuno di essi (ipotesi ergodica).
Tali assunzioni implicano che il sistema sarà molto probabilmente trovato in una configurazione rappresentata dal maggior numero di microstati.
Per un sistema ampio, la nostra indicazione “molto probabilmente” diviene “probabile in modo schiacciante”.
Quella che di primo acchito sembra una poco rilevante dichiarazione probabilistica (un po’ come le previsioni meteo di 5 giorni) diventa una predizione assolutamente affidabile a cui affidarsi.
Per il nostro problema dei 2 sistemi connessi la più probabile divisione dell’energia fra i 2 sistemi è quella che massimizza il prodotto Ω1(E1)Ω2(E2), perché questo corrisponderà al numero più elevato di microstati possibili.
Il nostro sistema è ampio, dunque ci son permessi gli strumenti dell’analisi matematica per studiarne le proprietà.
Possiamo perciò considerare il compiere cambiamenti infinitesimali all’energia di uno dei sistemi e osservare cosa ne consegue.
Dunque, possiamo massimizzare questa espressione relativamente a E1 scrivendo
Sfruttando ora la famosa regola di Leibniz relativa al prodotto delle derivate
Si noti che nella seconda parte dell’uguaglianza si è anche moltiplicato e diviso per la quantità dE2.
Siccome l’energia totale E = E1 + E2 è assunta costante, questo implica che
e perciò
Dunque possiamo riscrivere (avendo anche diviso tutta l’espressione per Ω1Ω2) l’equazione ricavata con la regola di Leibniz come
da cui (integrando):
La suddetta condizione definisce la suddivisione più probabile di energia tra i 2 sistemi, a patto che ad essi sia consentito lo scambio di energia, visto che massimizza il numero totale di microstati.
Questa ripartizione di energia è naturalmente spesso chiamata “essere alla medesima temperatura”; ergo identifichiamo d ln Ω/dE con la temperatura T (così che T1 = T2).
Definiamo perciò la temperatura T mediante la formula
ove kB è la costante di Boltzmann, che vale 1,3807 × 10-23 JK-1.
Scegliendo tale costante, T assume la sua tradizionale interpretazione e risulta misurata in kelvin.
Stiamo utilizzando la probabilità per descrivere i sistemi termodinamici e il nostro approccio consiste nell’immaginare di ripetere ancora ed ancora un esperimento per misurare una proprietà di un sistema, giacché non possiamo controllare le proprietà microscopiche (come descritte dai microstati del sistema).
Per dare una formulazione rigorosa a tutto ciò, Josiah Willard Gibbs introdusse nel 1878 il concetto di ensemble, cioè di insieme statistico.
Trattasi di un’idea teorica nella quale si considera di produrre un elevato numero di “fotocopie mentali” del sistema, ognuna delle quali rappresenta un possibile stato nel quale il sistema può essere.
In altre parole, un ensemble è un assemblaggio di tutti i possibili microstati del sistema (assieme alle sue repliche), compatibili con un dato stato macroscopico.
O ancora, equivalentemente, un ensemble è l'insieme di tutti i sistemi che si trovano nelle stesse condizioni macroscopiche del sistema dato.
Dunque, sotto circostanze ordinarie, possiamo aspettarci che il comportamento medio di un sistema qualsiasi in un ensemble sia identico al comportamento medio nel tempo del sistema considerato.
Su questi fondamenti si sviluppa la cosiddetta teoria degli ensembles.
Esistono 3 tipologie principali di ensemble di gran utilizzo in termodinamica statistica:
1) ensemble microcanonico: un insieme di sistemi in cui ognuno presenta il medesimo valore definito di energia e numero di particelle (sistemi isolati);
2) ensemble canonico: un ensemble di sistemi, ognuno dei quali può scambiare la sua energia con una grande sorgente di calore. Ciò fissa e definisce la temperatura del sistema;
3) ensemble gran canonico: un insieme di sistemi, ognuno dei quali può scambiare sia energia sia particelle con una grande sorgente di calore. Ciò rende fissa la temperatura del sistema e una quantità nota come potenziale chimico del sistema.
Consideriamo una coppia di sistemi che possono scambiare fra loro energia.
Questa volta supporremo uno dei 2 enorme e lo chiameremo serbatoio termico infinito (reservoir or heat bath in inglese).
Esso è così grande che anche sottraendo ad esso un mucchio di energia rimarrebbe sostanzialmente alla medesima temperatura.
In altri termini, il serbatoio termico infinito presenta una capacità termica infinita per cui qualsiasi sia il valore finito di calore scambiato (Q) non si ottiene praticamente alcuna variazione di temperatura (ΔT = 0).
La questione è assai simile a recarsi sulla spiaggia e levare un cucchiaino d’acqua al mare: il livello del mare non si abbasserebbe (in verità sì, ma di un fattore talmente minuscolo da essere irrilevante).
Il numero di modi di organizzare i quanti di energia del serbatoio sarebbe quindi colossale.
Al contrario, il secondo sistema viene considerato minuscolo e denotato semplicemente come “sistema”.
Assumeremo che per ogni energia permessa del sistema sussista solo un microstato e, pertanto, il sistema avrà sempre valore Ω pari a 1.
Poniamo fissa l’energia totale E del sistema + serbatoio.
A tal proposito, il sistema + serbatoio può essere considerato (nell’interezza) alla stregua di un ensemble microcanonico (che ha energia fissata), con ciascuno dei microstati dell’entità combinata egualmente probabile.
Si suppone che l’energia del serbatoio sia E - ϵ (anche se praticamente è equivalente ad E), mentre quella del sistema sia ϵ.
La situazione descritta di un sistema in contatto termico con un vasto serbatoio è di notevole importanza ed è nota come ensemble canonico.