Devo affermare che il mio primo vero approccio con la chimica risale al 2° liceo scientifico, anno scolastico in cui essa era prevista come materia di studio.
In antefatto al racconto delle mie esperienze liceali, devo specificare che prima di incominciare ad addentrarmi nel meraviglioso mondo della Chimica, ero già un ragazzo appassionato di scienze, in particolare, sin dalla 5° elementare, svolgevo ricerche su internet inerenti diversi fenomeni della natura, come terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, tornado, uragani, ecc. e guardavo numerosi documentari in tv, da cui cercavo di apprendere il più possibile su tali argomenti.
Dopo qualche anno, il mio interesse si è ampliato anche verso l'Astronomia, la prima scienza sviluppata dall'uomo e fui affascinato da fenomeni come supernovae, buchi neri, Big Bang e altre questioni concernenti il nostro Universo.
Leggevo (e continuo a leggere) numerosi libri su tali argomenti.
Adesso però andiamo al nocciolo della questione: l'approccio con la Chimica.
Come sopra citato, esso incomincia in 2° liceo (alle scuole medie avevo studiato solamente nozioni basilari di chimica, non sufficienti a fornirmi una vera idea della disciplina).
Per mia fortuna, ho avuto un professore estremamente bravo e simpatico, che amava veramente la Chimica e sapeva comunicare la sua passione agli studenti!
Mi ricordo che durante una delle sue prime lezioni ci spiegò che la Chimica era alla base di tutto ciò che ci circonda, in quanto ogni singolo oggetto con cui abbiamo a che fare è costituito da atomi, i quali a loro volta formano strutture un po' più complesse, le molecole e così via.
Inoltre, un altro concetto chiave che ci aveva illustrato era l'affermazione di Lavoisier: "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", illuminandoci sul fatto che la natura, sotto la sfera della chimica, non va a creare o a distruggere una certa cosa, bensì la trasforma in qualcosa di differente: ciò costituisce il principio basilare delle reazioni chimiche, con queste ultime che possono essere reversibili o irreversibili.
Un giorno il professore ci fece vedere un video sulle eruzioni vulcaniche e sulla chimica alla base di esse estremamente interessante (soprattutto visto dalla mia prospettiva, considerato che ero appassionato di vulcani!) e rimasi colpito!
Indimenticabili poi sono le lezioni che egli ha tenuto in laboratorio: non posso dimenticare, ad esempio, il saggio alla fiamma, un esperimento utile al fine di identificare gli elementi chimici in base alla colorazione della fiamma, ma allo stesso tempo spettacolare!
Sembrava incredibile che, a seconda dell'elemento chimico (o meglio del composto) posto su un filo di platino, la fiamma assumeva una colorazione completamente differente.
Era come se la Scienza e l'Arte si stessero mescolando letteralmente insieme in una fusione perfetta!
Dunque, fu interessante per 2 anni studiare argomenti come le reazioni chimiche, la nomenclatura, i legami, i gas perfetti, gli acidi e le basi, ecc.Al quarto anno cambiammo professore, anche se il prof. di cui ho parlato sopra era sempre presente nella nostra scuola.
Purtroppo, un tragico giorno, egli ebbe un attacco cardiaco e morì, lasciandoci in lacrime e con una sensazione di vuoto indescrivibile: la scuola aveva perso uno dei professori più amati dagli studenti in assoluto, un docente insostituibile, capace di farti ridere durante le sue lezioni e apprezzare la sua materia.
Nessuno voleva credere che non ci fosse più, ma bisognava rassegnarsi alla tragica conclusione.
Tuttavia, io continuo a ricordare i suoi insegnamenti, le sue battute, l'amore per la Chimica che possedeva e anche se sto per intraprendere un corso di laurea in Fisica (la mia attuale più grande passione), continuo a leggere e informarmi pure riguardo la Chimica e a scrivere articoli per il Carnevale della Chimica.
Leonardo Petrillo
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