mercoledì 27 ottobre 2010

BREVE ANALISI SULLA DIDATTICA DELLA SCIENZA NELLA SCUOLA

La didattica della scienza (matematica, fisica, astronomia, chimica, ecc.) nella scuola = sicuramente qualcosa da sviluppare, implementare, migliorare.
Non a caso, molte volte, le materie scientifiche risultano, agli occhi degli studenti, le più complicate e difficili.
Ci sono persino alcuni che affermano in maniera netta e convinta: "io sono negato per la matematica e per la fisica"!
Dunque, sorge una domanda: è vero che tali materie sono effettivamente complicate di per sé e quindi possono essere capite soltanto da invidui appassionati, con una predisposizione per esse, oppure, in realtà, è il fatto di spiegarle, illustrarle il più delle volte in maniera non efficace, a renderle qualcosa di inaccessibile a molti studenti?
Su tale tematica, vorrei far riferimento al film "L'amore ha due facce" con Barbra Streisand e Jeff Bridges: in tale pellicola cinematrografica troviamo:

- una docente di letteratura alla Columbia University di New York, che compie delle lezioni assolutamente magistrali, che vanno a trascinare gli ascoltatori, tanto da essere applaudita calorosamente;
- un professore di matematica, sempre alla Columbia University, che poi si innamora della collega; questo insegnante, al contrario della sua amata, fornisce delle spiegazioni ai suoi studenti che risultano noiose, soporifere e incomprensibili, per chi non è letteralmente "innamorato" della sua materia. Vengono criticati anche i suoi libri redatti sulla cosidetta "ipotesi dei primi gemelli", che considera le coppie di numeri primi separati da 2 unità tra loro.

Andando al nocciolo della questione, in una splendida ed esilarante scena del film, il professore tiene una sorta di lezione alla docente di letteratura, la quale lo invita, nel momento in cui spiega, a non comportarsi come se fosse l'unico partecipe della lezione di matematica: lei lo incita a cercare di raccontare gli stessi argomenti in una maniera più coinvolgente.
Il personaggio interpretato da Barbra Streisand arriva addirittura ad invitare Jeff Bridges a raccontare una "storia", una "favola" nella spiegazione di un'equazione matematica (nella scena si parla precisamente del limite cui tende la velocità in una data equazione, quando l'intervello di tempo t tende a 0), ma lui si rivela assolutamente incapace di fornire un racconto accattivante.
In seguito, tuttavia, l'insegnante di matematica, sotto consiglio della docente di letteratura che diventerà sua sposa, introduce nella sua lezione l'evento della partita di baseball, che era stata giocata il giorno immediatamente precedente, spiegandolo in termini matematici e fisici.
Quegli stessi studenti che nelle lezioni, fino a quel momento, si erano dimostrati come assolutamente non interessati alla spiegazione, improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, cominciano ad ascoltare con attenzione il discorso del professore!
Tutto questo fa capire che la comprensione e l'interessamente a riguardo della scienza cambia in modo esorbitante, a seconda se la spiegazione fornita dal docente è accattivamente, moderna, divertente o, al contrario, noiosa e rindondante.
Detto ciò, direi di stabilire alcuni punti fondamentali per far sì che gli studenti si appassionino o almeno studino con un po' d'interesse le scienze, senza affermare frasi del tipo: "non mi serve a niente conoscere le formule di Prostaferesi", "cosa me ne farò mai del Teorema di Gauss?", "a cosa mi serve sapere cosa è la derivata di una funzione?" e molte, moltissime altre ancora:

1) rendere le lezioni più accattivanti, basandosi sul modello di Barbra Streisand e non su quello di Jeff Bridges!: anzi io penso che sia più semplice rendere più interessante una lezione di matematica, fisica, o di scienza in generale, piuttosto che una di letteratura, dato che la scienza permette di offrire più spunti nella realtà quotidiana rispetto a una poesia;
2) riprendendo il primo punto, bisognerebbe soffermarsi su come la scienza ci descrive la realtà e nel mostrare che tutto ciò che circonda è descrivibile con il linguaggio matematico. è necessario, dunque, fare più riferimenti alla realtà quotidiana, per far vedere che la matematica non è solo un linguaggio fatto di formule, numeri, lettere e che essa è fine a se stessa, ma anzi, essa è la stessa essenza delle cose. Se qualcuno dice "non mi piace la matematica", allora, a rigor di logica, non dovrebbe usare cellulari, computer, lettori mp3 e tecnologie simili, in quanto il loro funzionamento dipende proprio dalla matematica. Per far scaturire l'interesse, ad esempio, per la fisica, si potrebbe anche far riferimento al mondo dei fumetti, come è chiaramente visibile nel libro "La fisica dei supereroi di James Kakalios".
3) si dovrebbe introdurre nelle scuole un minimo di storia della scienza, poiché è utile per capire come si è giunti a formulare le teorie fisiche, i teoremi matematici e tutte le altre leggi della scienza, altrimenti si potrebbe affermare che "queste formule sono uscite dal nulla", senza conoscere lo sforzo (lo "streben" fichtiano) di numerosi scienziati, che c'è dietro. Perché ci ricordiamo subito il ruolo di Newton nella scoperta della gravità? perchè abbiamo in mente l'immagine della mela che cade in testa allo scienziato;
4) bisognerebbe visionare molti documentari, di quelli ben realizzati, in quanto molto spesso l'immagine colpisce più della parola. Un esempio lampante di tale considerazione: uno studente ricorderebbe nel tempo più, cos'è un vulcano e quali sono le sue caratteristiche, leggendo la sua descrizione, oppure visionando un documentario, dove si possono osservare veramente le fasi dell'esplosione di questa "montagna di fuoco"?
5) i programmi scolastici dovrebbero probabilmente essere più orientati verso argomenti che possano veramente interessare i ragazzi: perchè in fisica, generalmente, non si riesce mai ad affrontare la relatività di Einstein o la meccanica quantistica, pur essendo, molto interessanti e stimolanti?. Si potrebbe rispondere: "queste 2 branche della fisica sono troppo complicate (sono necessari strumenti matematici molto elevati) per essere comprese dai giovani studenti", ma io penso che tutti gli argomenti, persino quelli più difficili, possono essere illustrati con semplicità e con incisività. Il ruolo dell'insegnante dovrebbe essere quello di spiegare in maniera comprensibile anche quei concetti che possono sembrare inaccessibili ai non addetti ai lavori. Einstein, diceva giustamente: "Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna".

Questi, a mio parere, sono alcuni tra i punti fondamentali che bisognebbe tenere presenti, per un insegnamento sempre migliore ed efficace di quella meravigliosa disciplina che è la scienza!
Infine, concludo con alcuni video inerenti il film precedentemente citato e le colonne sonore della medesima pellicola.
N.B: consiglio di guardare con attenzione la scena della magistrale lezione tenuta da Barbra Streisand (che tra l'altro nomina anche il termine "equazione", cosa che in lezioni di letteratura è molto difficile riscontrare; bisognebbe comprendere che la scienza è legata indissolubilmente anche all'arte e soprattutto alla musica, altra disciplina fortemente trascurata dalla scuola italiana) ai suoi allievi.





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