Trattasi infatti di una domanda: la matematica è umanistica o scientifica?
Provo dunque qui a delineare brevemente il mio punto di vista sulla questione.
Partiamo da un fatto certo; senza dubbio la matematica è legata in modo indissolubile alla scienza.
Gran parte della conoscenza scientifica è espressa e si è potuta sviluppare soltanto grazie all'ausilio del linguaggio matematico.
Galileo Galilei (1564-1642), il padre del metodo scientifico moderno, asseriva infatti ne Il Saggiatore:
Senza poi lo strumento matematico del calcolo infinitesimale, portato in auge, nel XVII secolo, da Newton e Leibniz (ricordiamo che alcune premesse ad esso si ritrovano già ai tempi di Archimede), difficilmente si sarebbero potute avere le immense conquiste della fisica che ci hanno portato a conoscere la meccanica, la termodinamica, l'elettromagnetismo, la relatività ristretta e poi quella generale, la meccanica quantistica e la teoria quantistica dei campi, sino ai più recenti tentativi di trovare una teoria del tutto.
In un'edizione del Carnevale della Matematica, tenuta proprio qui sul blog Scienza e Musica (cliccate qui per vederla), abbiamo anche potuto constatare come la matematica sia molto vicina pure alla spiegazione della vita e alla medicina.
Spostandoci sul piano della comunicazione della scienza, è anche vero che si può riuscire a svolgere buona divulgazione scientifica nei confronti del grande pubblico senza matematica (esistono per esempio svariati libri che raccontano concetti scientifici senza far uso di alcuna formula matematica), ma sono anche convinto che escluderla completamente laddove non richieda un tecnicismo di alto livello sia solo un ulteriore modo per alimentare la diffusa fobia della matematica e catalogarla immediatamente come "difficile", "per pochi eletti", quando in realtà non è così.
Spesso e volentieri infatti il linguaggio matematico ci permette di semplificare concetti che sarebbero complicati da esprimere a parole.
Pensate alle profonde analisi che vengono compiute nei confronti delle poesie ermetiche (di autori come Salvatore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti), spesso caratterizzate da un linguaggio conciso, puramente essenziale, ma pregno di significato.
Ecco, non di rado le formule matematiche fanno lo stesso.
Se per esempio scrivessi
$(i\!\!\not\! \partial - m) \psi(\mathbf{x},t) = 0$,
al lettore non esperto questa formula avrebbe lo stesso impatto del leggere un testo in arabo o cinese, tuttavia dietro questo articolato formalismo matematico (ossia l'equazione di Dirac; per maggiori dettagli cliccate qui) si riesce ad esprimere velocemente un concetto profondissimo: l'esistenza dell'antimateria.
Senza la matematica ciò non sarebbe possibile.
Anzi, andrebbe sottolineato che la conquista di un formalismo algebrico moderno, che evita l'uso di parole, e rende la matematica molto sintetica e comoda da usare (come siamo abituati oggi), ha richiesto secoli e secoli nel corso della storia.
Si dovette infatti aspettare l'opera Isagoge del matematico francese François Viète (1540-1603) per giungere ad una vera e propria algebra simbolica, che poi culminerà nella celebre La Géométrie (1637) di Cartesio.
Prima di allora, infatti, l'algebra si conduceva soltanto in modo retorico e geometrico, al massimo arrivando ad alternare una descrizione parlata con delle abbreviazioni.
Pensate per esempio che il procedimento risolutivo generale dell'equazione di terzo grado venne raccontato a Gerolamo Cardano (1501-1576) da Tartaglia (1499 circa-1557) sotto forma di poesia!
Immaginate dunque quanto fosse molto più difficile svolgere della matematica, anche quella oggi considerata elementare, per gli antichi, senza una notazione univoca, sintetica, maneggevole, che oggi spaventa gli studenti, ma che in realtà è una vera fortuna poter avere.
C'è anche un ulteriore aspetto che rende di fondamentale importanza la conquista di un formalismo matematico.
Il linguaggio matematico è infatti l'unico, assieme a quello musicale (che poi la musica è anche matematica!), ad essere diventato universale, che non fa pertanto discriminazione tra popoli, lingue, religioni, generi e tutte le diversità che troviamo nella società umana, a parte qualche rara eccezione di popolazioni indigene con un loro formalismo specifico.
È una forma culturale così potente che unisce sostanzialmente tutti. Non considerando poi che senza lo sviluppo matematico e scientifico ora non potreste leggere questo post comodamente sui vostri pc, tablet o smartphone.
Tirando le fila del discorso, insomma la matematica è sicuramente scientifica, potentissima ed universale!
ATTENZIONE: La conclusione appena fornita non esclude però necessariamente l'altra parte del nostro quesito iniziale. Sì, la matematica è, seppur molti non ci crederanno e forse storceranno il naso, anche umanistica!
Sussiste questa tendenza assai pericolosa di separare in maniera brusca la cultura scientifica e quella umanistica.
Nel corso degli anni in questo blog abbiamo tuttavia avuto modo di vedere (cliccate qui per un bell'esempio) come la matematica e la scienza facciano capolino nei più disparati ambiti del sapere e dell'arte (musica compresa ovviamente), sino ad arrivare addirittura al mondo dei manga e degli anime.
E, se ancora non ci credete a questa rapporto della matematica col mondo umanistico, nel 2011 Bruno D'Amore, grandissimo esperto di didattica della matematica, ha pubblicato un testo intitolato Dante e la matematica!
Ed ancora, il De rerum natura, poema didascalico latino di Lucrezio, è stato analizzato, nel 2013, dal matematico Piergiorgio Odifreddi in Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere, portando alla luce il fatto che molti concetti scientifici moderni siano stati anticipati nell'opera dell'autore latino del I secolo a.C.
Ed ancora, nel libro Vortici e vertigini, del 2019, Marco Fulvio Barozzi (sul web noto come Popinga), ha descritto la poesia scientifica dell'Inghilterra del XIX secolo.
Inoltre sono stati realizzati romanzi ispirati in modo significativo alla matematica.
Citiamo a titolo di esempio il romanzo del 1998 di Denis Guedj Il teorema del pappagallo, un giallo a sfondo filosofico-scientifico che coinvolge grandi teoremi e personaggi della matematica da Pitagora sino all'ultimo teorema di Fermat. La lista di connessioni tra matematica e cultura umanistica potrebbe andare avanti a lungo. La matematica potrebbe celarsi pure lì dove non pensereste mai che sia presente. Anzi, è spesso interessante, divertente e didatticamente utile andare a scovare nuove connessioni.
TL;DR: La matematica è sicuramente scientifica ma è anche, che piaccia o no, umanistica!Concludiamo segnalando un divertentissimo video che riguarda, tra le altre cose, una poesia d'amore per i numeri primi solitari.