giovedì 25 marzo 2021

BANANA FISH: DRAMMA E MATEMATICA!

Solitamente sul blog Scienza e Musica l’argomento centrale di un post è di carattere scientifico-matematico o musicale o entrambe le cose.
Oggi però ci concentriamo sul mondo degli anime/manga e in particolare sull’opera intitolata Banana Fish. Quella che segue è una sorta di recensione/analisi, ma alla fine si parlerà anche di qualche riferimento matematico.
Di primo acchito il nome sembra richiamare qualcosa di divertente e ambiguo; ecco, qualche spezzone a parte, l’opera è tutt’altro che una commedia!
Banana Fish nasce come manga, classificato abbastanza impropriamente come shōjo (ovvero come una storia rivolta principalmente ad un pubblico femminile) per opera del fumettista giapponese Akimi Yoshida, che lo pubblicò dal 1985 sino al 1994.
L’opera è stata citata da Frederik L. Schodt nel suo libro Dreamland Japan come "uno dei pochi manga shōjo che un uomo può leggere senza vergognarsi”.
Nel 2018 è stato finalmente mandato in onda l’anime omonimo, formato da 24 episodi, basato sulle vicende del manga.

Proviamo qui a sfatare un pregiudizio: i cartoni animati non sono sempre e solo per i bambini o gli adolescenti.
Certamente ognuno di noi ricorda opere meravigliose adatte a tutta la famiglia, come per esempio i classici Disney.
Una buona parte degli anime giapponesi, però, è costituita da opere molto dure, dense di tematiche complesse persino più di gran parte della filmografia e delle serie tv che vanno normalmente in onda.
Vengono trattate tematiche per niente banali come bullismo, depressione, suicidio, terrore, violenze, razzismo, omofobia, pedofilia, sete di potere, disabilità, utilizzo improprio della scienza, significato della vita e della morte e così via.
Alcuni di questi manga/anime scavano così a fondo che la crudezza delle immagini è quasi secondaria rispetto alla profondità dei temi analizzati.
Banana Fish è tra le opere che meglio riassume tutto ciò.
Questo non significa che durante la visione o lettura dell’opera non ci siano, come detto, momenti più leggeri, di comicità tipicamente giapponese, che spezzano un po’ il dramma (o che non esistano anime/manga con tematiche più frivole), ma l’attenzione alla fine si concentra tutta sul dramma stesso.
D’altronde dai drammi spesso nascono capolavori: si pensi per esempio all’atto III dell’opera lirica Tosca di Giacomo Puccini (1858-1924) dove viene intonata la struggente aria E lucevan le stelle, che si conclude con l’emblematica sequenza di parole:

E muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita!
Tanto la vita!


Ma di cosa parla nello specifico Banana Fish?
Evitando di fornire grossi spoiler e basandomi sull’anime (che è quello che ho visto personalmente), la storia si concentra sulle vicende di un 17enne, Ash Lynx, beniamino di un boss mafioso molto importante nella città di New York, Dino Golzine.
Il vero incipit della storia però non avviene a New York, bensì in Vietnam, ove 12 anni prima del filone principale della vicenda un soldato americano impazzisce improvvisamente, tanto da uccidere alcuni suoi compagni d’armi. Il suddetto soldato è il fratello maggiore di Ash, Griffin Callenreese.
Facendo ritorno al presente, Ash è sempre seriamente intenzionato a scoprire cosa sia davvero successo al fratello, in particolare dopo che per strada un uomo gli è morto dinanzi agli occhi pronunciando come ultime parole l’emblematica dicitura “Banana Fish” e consegnandogli un piccolo flacone con all’interno una polvere bianca.
Questo flacone è il casus belli della storia iniziale: Dino Golzine è infatti intenzionato a recuperarlo a tutti i costi, persino se ciò dovesse significare mettersi contro il suo "prediletto" Ash.
Nel frattempo arriva a New York un giornalista giapponese, Ibe Shunichi, assieme al suo giovane assistente 19enne Okumura Eiji. I 2 giapponesi sono seriamente intenzionati ad intervistare Ash al fine di realizzare un reportage sulle gang giovanili.
Tuttavia, ad un certo punto irrompe nel locale dove si stava realizzando l’intervista una banda di manigoldi commissionata da Golzine.
Nella confusione, Eiji viene rapito assieme a Skip, amico di Ash. Quest'ultimo si lancia subito all’inseguimento della banda e da quel momento in poi incomincia una serie di vicende da mozzare il fiato.
Questa è la premessa dell’intrigante vicenda. Sarebbe però riduttivo affermare che si tratti soltanto di una storia di mafia, sparatorie ed inseguimenti.
Il vero nocciolo della questione risiede nella vita che il giovane Ash si trova purtroppo ad intraprendere, non da quel momento, ma da quando era appena un bambino innocente.
Il piccolo Ash è vittima di continue violenze sessuali da parte di uomini (anche per via della sua grande bellezza), tra cui il boss Golzine, che lo tratta come fosse un giocattolo con cui divertirsi e non un essere umano! In una scena molto pesante Ash afferma di essere “il gabinetto” di Golzine! Come se questo non bastasse, non solo il giovane subisce violenze inimmaginabili, ma questi atti di violenza vengono persino registrati!
Insomma le sofferenze del piccolo Ash ricordano quelle di Gatsu, il protagonista del manga/anime Berserk, di cui abbiamo parlato un po' nel post L’eclissi tra scienza e cultura varia (cliccate qui per leggerlo). In particolar modo nel manga Berserk (infatti nell'anime del 1997 questo dettaglio è solamente intuibile) viene data la rappresentazione di questi atti immondi nei confronti del piccolo Gatsu e da quel momento in poi Gatsu, così come Ash, avrà alcuni momenti di reazione di immensa rabbia qualora qualcuno lo provi anche solo a toccare con un dito. Di seguito la parte più "soft" della terribile scena dal manga Berserk.



I parallelismi tra Banana Fish e Berserk non finiscono qui: se ricordate ho raccontato come l’evento dell’eclissi in Berserk fosse la rappresentazione dell’orrore puro, al di là dell’elemento fantasy ivi presente.
Bene, in un episodio compreso tra le prime 10 puntate di Banana Fish (rimango vago così da non spoilerare troppo) si assiste ad una lunga scena che è equiparabile a quella dell’eclissi, anzi forse è pure più agghiacciante!
L’impatto emotivo di quella scena è dilaniante e ciò che la rende forse ancora più straziante è il fatto che l’elemento che porta a tutto ciò è un frutto della ricerca scientifica (non posso dire di più) adoperato per scopi politici-militari, un po’ come (nella realtà) la bomba atomica e il gas iprite (arma supervisionata dal chimico tedesco Fritz Haber durante la Prima Guerra Mondiale; se volete approfondire circa la figura di Haber potete leggere, cliccando qui, l'ottimo post di Popinga). 

L'aspetto inquietante è che in Banana Fish non servono veri demoni e mostri; qui la mostruosità è data dalla malvagità che l’uomo stesso può raggiungere e questo non è purtroppo un tema fantasy.
Si pensi ai campi di concentramento nazisti e alle sofferenze senza senso che gli ebrei (e non solo) hanno dovuto patire nel corso della Seconda Guerra Mondiale solo perché qualcuno aveva affermato la supremazia della razza ariana e portato avanti tale ideale con la bruta forza, senza alcun segno di minima umanità. La seguente terrificante immagine è tratta da Wikipedia:

Tematiche simili le ritroviamo anche nell’ottima serie tv The Handmaid’s Tale, dove il ruolo di buona parte delle donne viene brutalmente ridotto a quello di serva (ancella) e progenitrice di figli e tutto ciò che è diverso dalle convenzioni imposte da un'amministrazione di stampo dittatoriale, tutto ciò che è “eretico”, come per esempio l’omosessualità, viene severamente punito, anche con esecuzioni pubbliche. 

Facendo un esempio reale, il filosofo Giordano Bruno, nel 1600, venne arso vivo sul rogo a Roma, in Campo dei Fiori, per aver semplicemente sostenuto l'esistenza di "molti mondi". Da Wikipedia la seguente suggestiva immagine.

La vicenda di Ash dunque, seppur chiaramente romanzata, è ricchissima di spunti di riflessione.
Altro nocciolo fondamentale di Banana Fish è il rapporto tra Ash e Eiji.
Il nodo cruciale della figura di Eiji per Ash sta nel fatto che, dopo un’intera adolescenza passata da Ash in mezzo a stupri e violenze ed essersi abituato ad una filosofia di ottenimento di qualcosa sempre in cambio di certe "prestazioni", Eiji rappresenti per Ash una figura che mostra nei suoi confronti una bontà e gentilezza in modo incondizionato, senza chiedere nulla in cambio. Insomma Eiji è una sorta di miraggio nella vita di Ash, una figura che lo sfortunato ragazzo vuole proteggere ad ogni costo.
Eiji diventa, in sostanza, col passare del tempo, la ragione di vita di Ash. Che sia solo un’amicizia incredibile o qualcosa di più (nell’anime viene tutto lasciato alla libera interpretazione dello spettatore) non importa.
Sarebbe infatti riduttivo categorizzare questo rapporto come amicizia o amore omosessuale; è qualcosa di assolutamente speciale, forse unico.
Il finale (forse) “aperto” (circolano svariate ipotesi per cui quello che si vede nella scena finale non sarebbe così scontato come può apparire ad una prima visione) della storia è travolgente, da far quasi male psicologicamente alle persone più sensibili (non è un’esagerazione definirlo un trauma, giacché il racconto è facile che provochi un totale senso di "immersione"), però da un certo punto di vista è anche questo che rende grandiosa l’opera: l’imprevedibilità e l'asprezza.
Se dovessi dare una valutazione complessiva dell'opera sarebbe 10/10; certo non è esente da difetti (i più pignoli e i cultori degli anime sicuramente ne riscontreranno qualcuno), ma le tematiche trattate e la caratterizzazione dei personaggi è così incredibile che non riesco a non dare il punteggio pieno. Anche dal punto di vista del sottofondo musicale è stato fatto un buon lavoro. Ascoltate per esempio il bel brano Blue Bird tratto dall’OST.
Certo, data la straordinarietà dell’opera, la puntata finale avrebbe (secondo me) meritato una ending song e, in particolare, una davvero intensa come, per esempio, Then You Look At Me interpretata da Céline Dion (tratta dal film L’Uomo Bicentenario) per portare ancor più alle vette estreme di dramma quel momento.
In ogni caso, consiglio assolutamente di non sottoporre l’opera alla visione di bambini (viene infatti classificata come 16+); le tematiche affrontate sono davvero troppo forti e dure da digerire.
Rimane una questione da affrontare: cosa c’entra Banana Fish con la matematica?
Finora non ho volutamente evidenziato un aspetto peculiare di Ash: è dotato di un’intelligenza fuori dal comune. Il suo QI viene inizialmente stimato essere di 180 e successivamente addirittura pari ad oltre 200.
In qualche episodio sembra ricordare addirittura il protagonista della serie tv Prison Break, Michael Scofield (interpretato dall’attore statunitense Wentworth Miller), dotato di un grande ingegno e in grado di elaborare ricercati piani di fuga per fuggire da prigioni considerate impossibili da evadere.
Tornando a Banana Fish, nell’episodio 14 Ash viene sottoposto ad un test di matematica.
Gli viene in particolare sottoposta una domanda inerente alla successione di Fibonacci.
L’animazione della suddetta scena è pazzesca; iniziano a comparire sullo schermo sequenze numeriche, logaritmi, esponenziali, funzioni e persino la seguente formula ricorsiva:




 

 

 

Forse non ricordate, ma l’abbiamo già incontrata nel post La sublime sezione aurea (cliccate qui). Un’altra presenza interessante è quella dell’equazione differenziale lineare del 1° ordine




Essa si risolve facilmente andandola a riscrivere come


 

 

e integrando entrambi i membri rispetto a x:


 

 

Alla fine esce l’equazione logaritmica


 

con C costante. Dunque passando agli esponenziali si arriva ad una classica soluzione del tipo:


 

Insomma il fascino della matematica è così immenso da riuscire a contagiare anche opere apparentemente molto distanti da quel mondo.
Per concludere e riassumere in una singola parola cosa è l’anime Banana Fish (il vero significato di questo bizzarro termine lo scoprirete solo vedendolo o leggendo il manga) l’unica che sceglierei è: dilaniante.

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