Bentornati nella nostra rubrica musicale.
Il brano prescelto per oggi è molto famoso: "(Everything I Do) I Do it for You".
Trattasi di una bella ballad pubblicata nel 1991 da Bryan Adams, che rientra pure nella colonna sonora del film Robin Hood - Principe dei ladri con Kevin Costner.
Tuttavia, siccome qui siamo soliti segnalare robe particolari, andiamo ad ascoltare l'ottima cover fatta dal sassofonista Kenny G accompagnato dalla splendida voce di LeAnn Rimes.
Non resta che lasciarci deliziare dalla musica!
Alla prossima!
domenica 30 settembre 2018
sabato 29 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: NULLA IN MUNDO PAX SINCERA (VIVALDI)/JANE EDWARDS
Bentornati al nostro appuntamento musicale.
Oggi un classico di Antonio Vivaldi, tratto (nella versione che ascolteremo) direttamente da un film di carattere biografico-musicale del 1996, ovvero Shine, che racconta la vita del pianista David Helfgott, interpretato nel film da Geoffrey Rush.
Il brano in questione è la prima parte, ossia l'aria, da Nulla in Mundo Pax Sincera (RV 630), un mottetto sacro orchestrato per soprano solista (in tal caso Jane Edwards) accompagnata da vari strumenti.
Buon ascolto!
Alla prossima!
Oggi un classico di Antonio Vivaldi, tratto (nella versione che ascolteremo) direttamente da un film di carattere biografico-musicale del 1996, ovvero Shine, che racconta la vita del pianista David Helfgott, interpretato nel film da Geoffrey Rush.
Il brano in questione è la prima parte, ossia l'aria, da Nulla in Mundo Pax Sincera (RV 630), un mottetto sacro orchestrato per soprano solista (in tal caso Jane Edwards) accompagnata da vari strumenti.
Buon ascolto!
Alla prossima!
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One Good Piece of Music Every Day
venerdì 28 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: WHEN I FALL IN LOVE/MICHAEL BUBLÉ
Bentornati nella rubrica musicale di Scienza e Musica.
Visto che si è fatto tardi, oggi velocissima descrizione: "When I Fall in Love" dal nuovo album di imminente uscita di Michael Bublé, album che promette assai bene!
Alla prossima!
Visto che si è fatto tardi, oggi velocissima descrizione: "When I Fall in Love" dal nuovo album di imminente uscita di Michael Bublé, album che promette assai bene!
Alla prossima!
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One Good Piece of Music Every Day
giovedì 27 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: MANHATTAN/CARMEN CAVALLARO
Rieccoci col nostro quotidiano appuntamento musicale.
Oggi ritroviamo una vecchia conoscenza, Carmen Cavallaro (1913-1989), il cosiddetto "Poet of Piano" (ne segnalammo già in passato delle cicche qui).
Ascoltiamo la sua favolosa interpretazione al piano del brano "Manhattan", canzone popolare, risalente al 1925, con musica di Richard Rodgers e testo di Lorenz Hart.
Io mi appassionai alla musica di Carmen Cavallaro proprio conoscendolo attraverso il suddetto brano; magari succederà anche a voi lettori di Scienza e Musica!
Alla prossima!
Oggi ritroviamo una vecchia conoscenza, Carmen Cavallaro (1913-1989), il cosiddetto "Poet of Piano" (ne segnalammo già in passato delle cicche qui).
Ascoltiamo la sua favolosa interpretazione al piano del brano "Manhattan", canzone popolare, risalente al 1925, con musica di Richard Rodgers e testo di Lorenz Hart.
Io mi appassionai alla musica di Carmen Cavallaro proprio conoscendolo attraverso il suddetto brano; magari succederà anche a voi lettori di Scienza e Musica!
Alla prossima!
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One Good Piece of Music Every Day
mercoledì 26 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: DINNER FROM LA CALIFFA (MORRICONE)/YO-YO MA
Bentornati nella nostra rubrica musicale.
La scelta odierna ricade su una magistrale composizione di Ennio Morricone, ossia Dinner ("La cena") da La Califfa, film del 1970 con protagonisti Romy Schneider e Ugo Tognazzi.
L'esecuzione che ci accingeremo ad ascoltare è qualcosa di sublime; sto parlando di quella del famosissimo violoncellista Yo-Yo Ma assieme alla Roma Sinfonietta Orchestra.
Nel 2004, infatti, uscì l'album in cui Yo-Yo Ma riadattò per violoncello le più note composizioni di Morricone, senza ombra di dubbio uno dei più bei album musicali di sempre.
Fermiamoci con le parole ed ascoltiamo queste note paradisiache.
Alla prossima!
La scelta odierna ricade su una magistrale composizione di Ennio Morricone, ossia Dinner ("La cena") da La Califfa, film del 1970 con protagonisti Romy Schneider e Ugo Tognazzi.
L'esecuzione che ci accingeremo ad ascoltare è qualcosa di sublime; sto parlando di quella del famosissimo violoncellista Yo-Yo Ma assieme alla Roma Sinfonietta Orchestra.
Nel 2004, infatti, uscì l'album in cui Yo-Yo Ma riadattò per violoncello le più note composizioni di Morricone, senza ombra di dubbio uno dei più bei album musicali di sempre.
Fermiamoci con le parole ed ascoltiamo queste note paradisiache.
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One Good Piece of Music Every Day
martedì 25 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: LASCIA CH'IO PIANGA (HÄNDEL)/JULIA LEZHNEVA, CECILIA BARTOLI
Rieccoci con altra musica di qualità, qui su Scienza e Musica.
Oggi ascoltiamo una famosa aria per soprano scritta da Georg Friedrich Händel, ovvero "Lascia ch'io pianga".
Il primo utilizzo di tale composizione fu come danza asiatica nell'opera Almira (la cui prima rappresentazione risale al 1705).
Dopodiché venne aggiunto un testo, portando all'aria "Lascia la spina, cogli la rosa" presente nell'oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno (1707).
Non è finita qui: nel 1711 Händel riadatta ancora una volta la melodia per inserirla (col titolo definitivo di "Lascia ch'io pianga") nel 2° atto dell'opera di grande successo intitolata Rinaldo.
La mia segnalazione riguarda l'interpretazione, dal vivo, della soprano russa Julia Lezhneva.
Mi ha decisamente colpito la pulizia e la potenza vocale dell'esibizione, che la rendono la mia preferita assieme alla intoccabile versione di Cecilia Bartoli, la più nota mezzosoprano italiana dei tempi odierni (capace di interpretare degnamente anche ruoli da soprano).
Facciamo così, vi riporto entrambi i video, così da poter godere di interpretazioni diverse ma entrambe ai massimi livelli per un brano di tale spessore.
Alla prossima!
Oggi ascoltiamo una famosa aria per soprano scritta da Georg Friedrich Händel, ovvero "Lascia ch'io pianga".
Il primo utilizzo di tale composizione fu come danza asiatica nell'opera Almira (la cui prima rappresentazione risale al 1705).
Dopodiché venne aggiunto un testo, portando all'aria "Lascia la spina, cogli la rosa" presente nell'oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno (1707).
Non è finita qui: nel 1711 Händel riadatta ancora una volta la melodia per inserirla (col titolo definitivo di "Lascia ch'io pianga") nel 2° atto dell'opera di grande successo intitolata Rinaldo.
La mia segnalazione riguarda l'interpretazione, dal vivo, della soprano russa Julia Lezhneva.
Mi ha decisamente colpito la pulizia e la potenza vocale dell'esibizione, che la rendono la mia preferita assieme alla intoccabile versione di Cecilia Bartoli, la più nota mezzosoprano italiana dei tempi odierni (capace di interpretare degnamente anche ruoli da soprano).
Facciamo così, vi riporto entrambi i video, così da poter godere di interpretazioni diverse ma entrambe ai massimi livelli per un brano di tale spessore.
Alla prossima!
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One Good Piece of Music Every Day
lunedì 24 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: AVE MARIA (CACCINI-VAVILOV)/GINETTE RENO
Bentornati nella nostra rubrica musicale.
Quest'oggi è il turno di una cantante decisamente non conosciuta in Italia (ed è un vero peccato), ma molto famosa in Canada.
Stiamo parlando di Ginette Reno, regina della musica del Québec sino all'arrivo della degna erede Céline Dion.
La possenza vocale della Reno è a dir poco allucinante, come avrete modo di constatare tra poco.
Il brano prescelto è l'Ave Maria, ma quale Ave Maria?
Esiste la famosa Ave Maria di Schubert, quella di Bach-Gounod, ma ora ascolteremo l'Ave Maria di Caccini-Vavilov.
Bisogna specificare che la suddetta composizione è stata scritta da Vladimir Vavilov (1925-1973) attorno al 1970, tuttavia è stata erroneamente attribuita al compositore barocco Giulio Caccini.
Il problema di identificazione del pezzo nacque infatti dal fatto che innanzitutto lo stesso Vavilov, pubblicando il brano nel 1972, lo attribuì ad un autore anonimo e, dopo la morte dello stesso, sembra che un organista, Mark Shakhin, distribuendo la partitura a vari musicisti, trascrisse l'informazione errata che l'opera fosse di Caccini.
Non resta che farci incantare dalla superba voce di Ginette Reno!
Alla prossima!
Quest'oggi è il turno di una cantante decisamente non conosciuta in Italia (ed è un vero peccato), ma molto famosa in Canada.
Stiamo parlando di Ginette Reno, regina della musica del Québec sino all'arrivo della degna erede Céline Dion.
La possenza vocale della Reno è a dir poco allucinante, come avrete modo di constatare tra poco.
Il brano prescelto è l'Ave Maria, ma quale Ave Maria?
Esiste la famosa Ave Maria di Schubert, quella di Bach-Gounod, ma ora ascolteremo l'Ave Maria di Caccini-Vavilov.
Bisogna specificare che la suddetta composizione è stata scritta da Vladimir Vavilov (1925-1973) attorno al 1970, tuttavia è stata erroneamente attribuita al compositore barocco Giulio Caccini.
Il problema di identificazione del pezzo nacque infatti dal fatto che innanzitutto lo stesso Vavilov, pubblicando il brano nel 1972, lo attribuì ad un autore anonimo e, dopo la morte dello stesso, sembra che un organista, Mark Shakhin, distribuendo la partitura a vari musicisti, trascrisse l'informazione errata che l'opera fosse di Caccini.
Non resta che farci incantare dalla superba voce di Ginette Reno!
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domenica 23 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: OL' MAN RIVER/FRANK SINATRA
Bentornati ad un nuovo appuntamento musicale su Scienza e Musica.
Dell'artista di oggi direi che basta solo il nome: Frank Sinatra (1915-1998).
Il brano prescelto è "Ol' Man River", canzone del 1927 proveniente dal musical Show Boat, con musiche di Jerome Kern e testi di Oscar Hammerstein II.
La versione di Sinatra che ascolteremo risale al 3 dicembre 1944, con orchestra sotto la direzione di Axel Stordahl.
Un'interpretazione magistrale per una voce all'epoca giovane, voce che maturerà negli anni portandolo a diventare il cantante maschile non lirico più influente del XX secolo, "The Voice".
Buon ascolto!
Alla prossima!
Dell'artista di oggi direi che basta solo il nome: Frank Sinatra (1915-1998).
Il brano prescelto è "Ol' Man River", canzone del 1927 proveniente dal musical Show Boat, con musiche di Jerome Kern e testi di Oscar Hammerstein II.
La versione di Sinatra che ascolteremo risale al 3 dicembre 1944, con orchestra sotto la direzione di Axel Stordahl.
Un'interpretazione magistrale per una voce all'epoca giovane, voce che maturerà negli anni portandolo a diventare il cantante maschile non lirico più influente del XX secolo, "The Voice".
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sabato 22 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: TAKE ON ME (MTV UNPLUGGED)/A-HA
Rieccoci ad un nuovo appuntamento musicale.
Oggi segnaliamo uno dei brani che fa da colonna sonora (assieme ad altri splendidi pezzi, che magari segnaleremo più in là) al recente film Deadpool 2, ovvero "Take On Me" della band norvegese a-ha.
Trattasi di una vera e propria hit degli anni '80 (ebbe grandissima popolarità specialmente tra il 1985 e il 1986), rivisitata però in tale versione unplugged del 2017, che appare lenta ed emozionante.
Buon ascolto!
Alla prossima!
Oggi segnaliamo uno dei brani che fa da colonna sonora (assieme ad altri splendidi pezzi, che magari segnaleremo più in là) al recente film Deadpool 2, ovvero "Take On Me" della band norvegese a-ha.
Trattasi di una vera e propria hit degli anni '80 (ebbe grandissima popolarità specialmente tra il 1985 e il 1986), rivisitata però in tale versione unplugged del 2017, che appare lenta ed emozionante.
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Alla prossima!
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venerdì 21 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: CONCERTO IN D MINOR, BWV 974, ADAGIO (BACH)/VÍKINGUR ÓLAFSSON
Bentornati nella rubrica musicale di Scienza e Musica.
La segnalazione di oggi riguarda una mia recente scoperta, ovvero l'ottimo pianista islandese Víkingur Ólafsson, straordinario interprete odierno della musica di Bach.
Il brano che ci accingeremo ad ascoltare è la trascrizione per piano, da parte di Johann Sebastian Bach, di un noto concerto per oboe, archi e basso continuo di Alessandro Marcello.
L'opera di Bach è intitolata Concerto n.3 in D minor, BWV 974 e il movimento che sentiremo è il celebre 2° movimento, ovvero l'Adagio.
Momenti di pura goduria per le nostre orecchie qui di seguito!
Alla prossima!
La segnalazione di oggi riguarda una mia recente scoperta, ovvero l'ottimo pianista islandese Víkingur Ólafsson, straordinario interprete odierno della musica di Bach.
Il brano che ci accingeremo ad ascoltare è la trascrizione per piano, da parte di Johann Sebastian Bach, di un noto concerto per oboe, archi e basso continuo di Alessandro Marcello.
L'opera di Bach è intitolata Concerto n.3 in D minor, BWV 974 e il movimento che sentiremo è il celebre 2° movimento, ovvero l'Adagio.
Momenti di pura goduria per le nostre orecchie qui di seguito!
Alla prossima!
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giovedì 20 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: NOCTURNE N. 20 (CHOPIN)/ALEXANDER SKWORTSOW
Rieccoci con un nuovo appuntamento musicale.
La scelta di oggi ricade su un classico, il Notturno n. 20 in C-sharp minor, composto da Chopin nel 1830, ma pubblicato postumo nel 1870.
Trattasi di una composizione che definire meravigliosa sarebbe un vero eufemismo (ma quando si parla di un artista del calibro di Chopin non può essere altrimenti) e che è tra le protagoniste del film Il pianista di Roman Polański, datato 2002.
L'interpretazione che segnalo qui non è una tradizionale esecuzione al solo piano, bensì violino e piano!
Mi sto riferendo alla struggente ed eccelsa esecuzione da parte del violinista russo Alexander Skwortsow.
Nato nel 1944 a Novosibirsk, Siberia, a 22 anni si unì alla Leningrad Philharmonic mentre continuò i suoi studi con 2 straordinari maestri violinisti: Boris Sergeiff (specializzato sul repertorio tradizionale/accademico) e Boris Goldstein (noto per l'assoluta padronanza della letteratura virtuosistica del violino).
Con i suddetti 2 differenti approcci disse una volta Skwortsow: "Cercherò sempre di farne un bel mix".
Alexander Skwortsow è morto il 24 novembre 2010 a Hilversum, Olanda.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto!
Alla prossima!
La scelta di oggi ricade su un classico, il Notturno n. 20 in C-sharp minor, composto da Chopin nel 1830, ma pubblicato postumo nel 1870.
Trattasi di una composizione che definire meravigliosa sarebbe un vero eufemismo (ma quando si parla di un artista del calibro di Chopin non può essere altrimenti) e che è tra le protagoniste del film Il pianista di Roman Polański, datato 2002.
L'interpretazione che segnalo qui non è una tradizionale esecuzione al solo piano, bensì violino e piano!
Mi sto riferendo alla struggente ed eccelsa esecuzione da parte del violinista russo Alexander Skwortsow.
Nato nel 1944 a Novosibirsk, Siberia, a 22 anni si unì alla Leningrad Philharmonic mentre continuò i suoi studi con 2 straordinari maestri violinisti: Boris Sergeiff (specializzato sul repertorio tradizionale/accademico) e Boris Goldstein (noto per l'assoluta padronanza della letteratura virtuosistica del violino).
Con i suddetti 2 differenti approcci disse una volta Skwortsow: "Cercherò sempre di farne un bel mix".
Alexander Skwortsow è morto il 24 novembre 2010 a Hilversum, Olanda.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto!
Alla prossima!
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mercoledì 19 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: DUSK TILL DAWN/MADILYN BAILEY
Nuovo appuntamento musicale qui su Scienza e Musica!
Oggi è il turno di un brano relativamente recente: Dusk Till Dawn di Zayn & Sia, pubblicato il 7 settembre 2017.
Tuttavia non è mia intenzione segnalarvi l'originale, bensì una cover che eleva a "nuove vette di qualità" il pezzo in questione.
Mi riferisco alla cover fatta da Madilyn Bailey, cantautrice e youtuber dalla voce straordinaria, spesso capace di rendere eccezionali anche pezzi che originariamente non lo sono!
Avremo sicuramente occasione di segnalare nuovamente la Bailey; per il momento godetevi il suddetto brano.
Alla prossima!
Oggi è il turno di un brano relativamente recente: Dusk Till Dawn di Zayn & Sia, pubblicato il 7 settembre 2017.
Tuttavia non è mia intenzione segnalarvi l'originale, bensì una cover che eleva a "nuove vette di qualità" il pezzo in questione.
Mi riferisco alla cover fatta da Madilyn Bailey, cantautrice e youtuber dalla voce straordinaria, spesso capace di rendere eccezionali anche pezzi che originariamente non lo sono!
Avremo sicuramente occasione di segnalare nuovamente la Bailey; per il momento godetevi il suddetto brano.
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martedì 18 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: MAIN TITLES FROM THE CIDER HOUSE RULES
Bentornati ad un nuovo appuntamento musicale su Scienza e Musica!
La scelta di oggi ricade su una meravigliosa colonna sonora, ovvero i "Main Titles" dal film The Cider House Rules ("Le regole della casa del sidro" in italiano), film del 1999 con colonna sonora composta da Rachel Portman.
Buon ascolto!
Alla prossima!
La scelta di oggi ricade su una meravigliosa colonna sonora, ovvero i "Main Titles" dal film The Cider House Rules ("Le regole della casa del sidro" in italiano), film del 1999 con colonna sonora composta da Rachel Portman.
Buon ascolto!
Alla prossima!
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lunedì 17 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: LOVE IS HERE TO STAY/TONY BENNETT & DIANA KRALL
Rieccoci con la nostra rubrica musicale.
Oggi vi segnalo un brano da un album fresco di pubblicazione!
Mi sto riferendo al pezzo "Love Is Here To Stay" dall'omonimo album di Tony Bennett & Diana Krall.
Se l'album è recentissimo, lo stesso non si può dire del brano in questione: trattasi infatti di un classico del jazz composto, nel 1938, dal grande George Gershwin con testo del fratello Ira Gershwin.
In questa versione abbiamo la sempre sicura voce di Tony Bennett (nonostante i suoi oltre 90 anni di età) accompagnata da Diana Krall, una delle massime esponenti della musica jazz nei tempi odierni.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto!
Alla prossima!
Oggi vi segnalo un brano da un album fresco di pubblicazione!
Mi sto riferendo al pezzo "Love Is Here To Stay" dall'omonimo album di Tony Bennett & Diana Krall.
Se l'album è recentissimo, lo stesso non si può dire del brano in questione: trattasi infatti di un classico del jazz composto, nel 1938, dal grande George Gershwin con testo del fratello Ira Gershwin.
In questa versione abbiamo la sempre sicura voce di Tony Bennett (nonostante i suoi oltre 90 anni di età) accompagnata da Diana Krall, una delle massime esponenti della musica jazz nei tempi odierni.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto!
Alla prossima!
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domenica 16 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: LE BLUES DU BUSINESSMAN/CÉLINE DION
Eccoci con un nuovo appuntamento musicale su Scienza e Musica.
Oggi segnalo un'interpretazione strepitosa di una cantante molto famosa, ovvero la canadese Céline Dion.
Tutti la conoscono quantomeno per il tema principale del film Titanic, ma ridurre la carriera e la prodigiosa voce di Céline solo a quel pezzo sarebbe un vero insulto.
Viene considerata una delle componenti della cosiddetta "vocal trinity" degli anni '90, ossia Whitney Houston, Mariah Carey e appunto Céline Dion e ha avuto tra le sue muse ispiratrici nientemeno che Barbra Streisand.
Sulla voce di Céline, così come di queste altre dive della musica moderna, ci si potrebbero scrivere saggi.
Limitiamoci per il momento a considerare la sua magistrale potenza vocale e risonanza nell'interpretazione del brano Le Blues du businessman (minuti e minuti di puro "belting" sempre impeccabile), live a l'Olympia di Parigi nel 1994.
Di seguito un video che spiega il significato del termine tecnico "belting":
Ritornando a Le Blues du Businessman, trattasi di una canzone, datata 1978, scritta da Michel Berger e Luc Plamondon per un'opera rock intitolata "Starmania".
Questo dell'Olympia è probabilmente uno dei concerti migliori tenuti dalla Dion in assoluto, ove la sua voce era all'apice della forma (anche se va notato che è riuscita a preservarla molto bene pure nei tempi odierni).
Ultima cosa da sottolineare sin da subito è la versatilità della voce della Dion, in grado di spaziare senza problemi su generi musicali totalmente differenti; avremo sicuramente modo di constatare direttamente ciò con l'ampliarsi della nostra rubrica musicale.
Per il momento godetevi questa esibizione davvero degna di nota!
Alla prossima!
Oggi segnalo un'interpretazione strepitosa di una cantante molto famosa, ovvero la canadese Céline Dion.
Tutti la conoscono quantomeno per il tema principale del film Titanic, ma ridurre la carriera e la prodigiosa voce di Céline solo a quel pezzo sarebbe un vero insulto.
Viene considerata una delle componenti della cosiddetta "vocal trinity" degli anni '90, ossia Whitney Houston, Mariah Carey e appunto Céline Dion e ha avuto tra le sue muse ispiratrici nientemeno che Barbra Streisand.
Sulla voce di Céline, così come di queste altre dive della musica moderna, ci si potrebbero scrivere saggi.
Limitiamoci per il momento a considerare la sua magistrale potenza vocale e risonanza nell'interpretazione del brano Le Blues du businessman (minuti e minuti di puro "belting" sempre impeccabile), live a l'Olympia di Parigi nel 1994.
Di seguito un video che spiega il significato del termine tecnico "belting":
Ritornando a Le Blues du Businessman, trattasi di una canzone, datata 1978, scritta da Michel Berger e Luc Plamondon per un'opera rock intitolata "Starmania".
Questo dell'Olympia è probabilmente uno dei concerti migliori tenuti dalla Dion in assoluto, ove la sua voce era all'apice della forma (anche se va notato che è riuscita a preservarla molto bene pure nei tempi odierni).
Ultima cosa da sottolineare sin da subito è la versatilità della voce della Dion, in grado di spaziare senza problemi su generi musicali totalmente differenti; avremo sicuramente modo di constatare direttamente ciò con l'ampliarsi della nostra rubrica musicale.
Per il momento godetevi questa esibizione davvero degna di nota!
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sabato 15 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: MAPLE LEAF RAG/SCOTT JOPLIN
Oggi vi segnalo uno dei brani ragtime più famosi e significativi: Maple Leaf Rag di Scott Joplin (1868-1917), pezzo che risale addirittura al 1899!
Il ragtime (letteralmente "tempo stracciato, a brandelli"), per chi non lo sapesse, è il genere musicale, eseguito solitamente al pianoforte, che ha preparato la strada all'arrivo del jazz e il suo massimo esponente fu proprio Scott Joplin.
Alla prossima!
Il ragtime (letteralmente "tempo stracciato, a brandelli"), per chi non lo sapesse, è il genere musicale, eseguito solitamente al pianoforte, che ha preparato la strada all'arrivo del jazz e il suo massimo esponente fu proprio Scott Joplin.
Alla prossima!
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venerdì 14 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: ZOMBIE/POSTMODERN JUKEBOX
Nuovo appuntamento con la buona musica qui su Scienza e Musica.
Ieri spero di avervi deliziato con quel connubio particolare tra musica jazz ed arpa.
Oggi ci spostiamo su un intensissimo tributo alla da poco scomparsa Dolores O'Riordan (1971-2018), vocalist della rock band The Cramberries.
Il brano in questione è "Zombie" (del quale chiaramente consiglio anche l'ascolto della bellissima versione originale, per quei pochi che non la conoscessero) nella versione dei Postmodern Jukebox feat. Maiya Sykes:
La voce possente della Sykes e l'arrangiamento originale rendono questa versione una perla da tenere come riferimento assieme all'originale.
Alla prossima!
Ieri spero di avervi deliziato con quel connubio particolare tra musica jazz ed arpa.
Oggi ci spostiamo su un intensissimo tributo alla da poco scomparsa Dolores O'Riordan (1971-2018), vocalist della rock band The Cramberries.
Il brano in questione è "Zombie" (del quale chiaramente consiglio anche l'ascolto della bellissima versione originale, per quei pochi che non la conoscessero) nella versione dei Postmodern Jukebox feat. Maiya Sykes:
La voce possente della Sykes e l'arrangiamento originale rendono questa versione una perla da tenere come riferimento assieme all'originale.
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giovedì 13 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: ROMANCE/JOE MARSALA
Bentornati ad un nuovo appuntamento giornaliero con musica di qualità.
Oggi la mia segnalazione riguarda una vera rarità: un pezzo jazz con accompagnamento di arpa!
Ebbene sì, mi sto riferendo al brano "Romance" eseguito da Joe Marsala (1907-1978), un clarinettista italo-americano non famosissimo, se non tra i cultori della musica jazz.
Nel brano specifico in questione, risalente al 1944, l'arpa viene splendidamente suonata da Adele Girard Marsala, moglie di Joe.
Alla prossima!
Oggi la mia segnalazione riguarda una vera rarità: un pezzo jazz con accompagnamento di arpa!
Ebbene sì, mi sto riferendo al brano "Romance" eseguito da Joe Marsala (1907-1978), un clarinettista italo-americano non famosissimo, se non tra i cultori della musica jazz.
Nel brano specifico in questione, risalente al 1944, l'arpa viene splendidamente suonata da Adele Girard Marsala, moglie di Joe.
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mercoledì 12 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: NACHT UND TRÄUME (SCHUBERT)/CHRISTINE SCHÄFER
Eccoci con un nuovo appuntamento musicale!
Oggi vi segnalo un meraviglioso Lied, pubblicato nel 1825, di Franz Schubert (1797-1828), intitolato "Nacht und Träume (Notte e Sogni), Op. 43 No. 2, D. 827".
Cosa sono i Lieder?
Possono considerarsi composizioni pensate per voce solista (maschile o femminile), accompagnata dal pianoforte.
L'interpretazione del Lied sopra citato su cui vorrei porre la vostra attenzione è quella della soprano tedesca Christine Schäfer, accompagnata al piano da Irwin Gage:
È sicuramente l'esibizione del suddetto pezzo che preferisco tra tutte quelle che mi è capitato di ascoltare, data l'estrema pulizia vocale dimostrata dalla Schäfer.
Piccola curiosità finale: questo brano è presente in un breve segmento del film "Il mio amico Einstein", che narra (con qualche imprecisione, ma il film rimane godibile) dell'importante rapporto epistolare scaturitosi tra il geniale fisico tedesco e un astronomo inglese, Arthur Eddington, cosa che poi porterà alla prima dimostrazione dell'effettiva validità della teoria della Relatività Generale.
Alla prossima!
Oggi vi segnalo un meraviglioso Lied, pubblicato nel 1825, di Franz Schubert (1797-1828), intitolato "Nacht und Träume (Notte e Sogni), Op. 43 No. 2, D. 827".
Cosa sono i Lieder?
Possono considerarsi composizioni pensate per voce solista (maschile o femminile), accompagnata dal pianoforte.
L'interpretazione del Lied sopra citato su cui vorrei porre la vostra attenzione è quella della soprano tedesca Christine Schäfer, accompagnata al piano da Irwin Gage:
È sicuramente l'esibizione del suddetto pezzo che preferisco tra tutte quelle che mi è capitato di ascoltare, data l'estrema pulizia vocale dimostrata dalla Schäfer.
Piccola curiosità finale: questo brano è presente in un breve segmento del film "Il mio amico Einstein", che narra (con qualche imprecisione, ma il film rimane godibile) dell'importante rapporto epistolare scaturitosi tra il geniale fisico tedesco e un astronomo inglese, Arthur Eddington, cosa che poi porterà alla prima dimostrazione dell'effettiva validità della teoria della Relatività Generale.
Alla prossima!
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martedì 11 settembre 2018
ONE GOOD PIECE OF MUSIC EVERY DAY: BRIDGE OVER TROUBLED WATER/SO-HYANG
Cari lettori di Scienza e Musica, proviamo ad aprire una nuova rubrica nel blog, che finora si era limitato (quasi unicamente) ad articoli scientifici divulgativi (di livello tecnico più o meno alto, a seconda dell'argomento trattato), con (quando possibili) inserimenti musicali di qualità.
Siccome ritengo che, oltre all'importanza di divulgare la scienza e la matematica, sia importante ampliare la cultura musicale, specialmente in una Italia dove spesso e volentieri il mercato discografico viene dominato da "artisti" dal talento decisamente discutibile e l'insegnamento della musica nella scuola è assai carente, procederò giornalmente (salvo problemi o impegni che non mi permettano di pubblicare) alla pubblicazione di un post che segnali un magnifico brano musicale, una spettacolare esibizione.
Non mi limiterò certamente alla musica classica e al jazz, che prediligo, ma cercherò di fornirvi una prospettiva di buona musica a 360°.
Ci capiterà anche di ascoltare dei brani originariamente di qualità discutibile, reinterpretati e resi addirittura di godibilissimo ascolto (in tal caso vi segnalerò pure la versione originale, così che potrete farvi da soli la vostra idea).
Tutto ciò servirà peraltro da piacevole intermezzo per i periodi di attesa tra un post scientifico-divulgativo e l'altro, i quali mi richiedono sicuramente più tempo ed impegno.
La suddetta rubrica si chiamerà "One good piece of music every day" e parte immediatamente!
Cominciamo con un'interpretazione abbastanza recente (2015) del bellissimo brano "Bridge over Troubled Water", comparso originariamente, nel 1970, in un album di Simon & Garfunkel.
Mi sto riferendo all'interpretazione della strepitosa cantante sud-coreana So-Hyang, nota anche come la "Mariah Carey coreana".
Ascoltate bene la precisione degli acuti e il perfetto accompagnamento del coro, oltre all'intensità dell'esibizione; un capolavoro insomma!
Alla prossima!
Siccome ritengo che, oltre all'importanza di divulgare la scienza e la matematica, sia importante ampliare la cultura musicale, specialmente in una Italia dove spesso e volentieri il mercato discografico viene dominato da "artisti" dal talento decisamente discutibile e l'insegnamento della musica nella scuola è assai carente, procederò giornalmente (salvo problemi o impegni che non mi permettano di pubblicare) alla pubblicazione di un post che segnali un magnifico brano musicale, una spettacolare esibizione.
Non mi limiterò certamente alla musica classica e al jazz, che prediligo, ma cercherò di fornirvi una prospettiva di buona musica a 360°.
Ci capiterà anche di ascoltare dei brani originariamente di qualità discutibile, reinterpretati e resi addirittura di godibilissimo ascolto (in tal caso vi segnalerò pure la versione originale, così che potrete farvi da soli la vostra idea).
Tutto ciò servirà peraltro da piacevole intermezzo per i periodi di attesa tra un post scientifico-divulgativo e l'altro, i quali mi richiedono sicuramente più tempo ed impegno.
La suddetta rubrica si chiamerà "One good piece of music every day" e parte immediatamente!
Cominciamo con un'interpretazione abbastanza recente (2015) del bellissimo brano "Bridge over Troubled Water", comparso originariamente, nel 1970, in un album di Simon & Garfunkel.
Mi sto riferendo all'interpretazione della strepitosa cantante sud-coreana So-Hyang, nota anche come la "Mariah Carey coreana".
Ascoltate bene la precisione degli acuti e il perfetto accompagnamento del coro, oltre all'intensità dell'esibizione; un capolavoro insomma!
Alla prossima!
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One Good Piece of Music Every Day
lunedì 3 settembre 2018
MATEMATICA ED ARTE: L'ELICA
La matematica e l'arte sembrano, a prima vista, 2 mondi totalmente differenti, uno dominato dalla pura razionalità, l'altro dalla fantasia e dall'immaginazione.
In realtà, spesso e volentieri, la matematica risulta una disciplina assai creativa mentre l'arte tende ad utilizzare le regole rigorose della matematica, come nel caso del principio di proiezione e sezione alla base della prospettiva focale, di cui abbiamo parlato qui.
Per far percepire l'attività creativa della matematica, riporto un breve passo da Récoltes et semailles, opera scritta, tra il 1983 e il 1986, dal grandissimo matematico Alexander Grothendieck (1928-2014), passo che traggo da un bel libro intitolato Matematica ribelle, le due vite di Alexander Grothendieck:
"La maggior parte dei matematici...hanno la tendenza a confinarsi in un quadro concettuale, in un ≪Universo≫ fissato una volta per tutte — quello, sostanzialmente, che hanno trovato ≪bell'e pronto≫ quando hanno fatto i loro studi. Possono essere paragonati a chi abbia ereditato una grande e bella dimora, arredata con tutte le comodità, con i suoi saloni, le sue cucine e i suoi laboratori, e le sue casseruole e attrezzi per ogni evenienza, con i quali c'è modo certamente di cucinare e di fare tanti bei lavoretti...Per quel che mi riguarda, sento piuttosto di appartenere alla stirpe dei matematici la cui vocazione spontanea, e la cui gioia, è di costruire senza posa case nuove. Strada facendo, costoro non possono sottrarsi anche al compito di inventare e di forgiare man mano tutti gli arnesi, utensili, mobili e strumenti che sono necessari tanto per costruire la casa dalle fondamenta fino al colmo del tetto, quanto per rifornire in abbondanza le future cucine e i futuri laboratori, e arredare la casa per viverci con tutti gli agi. Ciò nonostante, non appena tutto è sistemato fino all'ultima grondaia e all'ultimo sgabello, è raro che l'operaio si trattenga a lungo nei luoghi in cui ogni pietra e ogni trave reca traccia della mano che l'ha lavorata e posata. Il suo posto non è nella quiete degli universi bell'e pronti, per quanto armoniosi e accoglienti possano essere — non importa se siano stati congegnati dalle sue proprie mani o da quelle dei suoi predecessori. Altri compiti già lo chiamano su nuovi cantieri, sotto la spinta imperiosa di bisogni che è forse il solo a provare chiaramente, o (ancora più spesso) anticipando bisogni che è il solo a presagire."
L'interessante commento a seguito del suddetto passo presente nel testo Matematica ribelle è quello che segue:
"Il profano che si accosti all'opera matematica di Grothendieck dovrà dunque abbandonare l'idea comune secondo cui il matematico è un problem solver e provare a considerarlo come un demiurgo, o piuttosto come un artista. In questa prospettiva, la matematica diventa un'arte, seppure del tutto particolare, nella quale l'arbitrarietà delle invenzioni si concilia con il rigore delle dimostrazioni, e l'immaginazione si accorda con la ragione: le sue opere sono teorie in un intreccio, un disegno, che permette sempre di cogliere un'unità nella molteplicità."
Questa premessa ci serve per introdurre un argomento che è a cavallo tra matematica ed arte, una forma geometrica che ha e ha avuto tante applicazioni in campo artistico ed architettonico: stiamo parlando dell'elica!
Un'elica cilindrica è semplicemente una curva nello spazio tridimensionale, la quale viene rappresentata alla stregua di una linea avvolta con un angolo costante intorno ad un cilindro (a sezione circolare).
Un'immagine suggestiva che potremmo far scaturire nella nostra mente per fissare bene il concetto di elica in geometria è quello di un contenitore a forma di cilindro attorno al quale si è avvolto un lungo serpente (naturalmente assumendo un arrotolamento perfetto ad angolo costante del rettile)!
Se proprio vogliamo essere rigorosi, dovremmo dire che l'elica è caratterizzata da un vettore tangente, il quale forma un angolo costante con una direzione ben precisa, che è la direzione definita dal proprio asse di rotazione.
Il fatto di essere una linea della superficie cilindrica a pendenza costante rende palese l'utilità della costruzione di scale proprio a forma di elica, le cosiddette "scale a chiocciola".
Da un punto di vista puramente matematico, un'elica può essere poi descritta parametricamente dalle seguenti equazioni:
ove r è il raggio del cilindro, t è un parametro numerico reale, c è una costante denominata ≪passo≫ dell'elica.
In particolare, il passo designa la distanza minima tra 2 punti dell'elica che giacciono sulla medesima verticale, ossia che hanno le stesse coordinate x ed y.
È interessante constatare che, quando c = 0, le equazioni vanno a descrivere nientemeno che un cerchio, che è quindi una forma degenere di elica, mentre un'ulteriore forma degenere si ha ovviamente quando r = 0, imposizione che riduce il tutto a una linea retta!
Tra le proprietà dell'elica cilindrica, di particolare interesse è la seguente: dati 2 punti qualsiasi su un cilindro, ma non sulla stessa retta generatrice, il cammino più breve (chiamato geodetica) sul cilindro per andare da un punto all'altro è proprio un'elica!
Il segno positivo o negativo del passo c determina pure se l'elica è destrogira o levogira.
Tutto ciò fa dell'elica un oggetto chirale (si veda qui)!
Le viti a elica sono quasi tutte destrogire.
Le eliche cilindriche condividono una peculiarità con le rette e le circonferenze: sono infatti le curve che ammettono un gruppo di isometrie in sé.
In altre parole, presi 2 punti della linea considerata, esiste un'isometria del gruppo che trasforma la linea in sé, portando il primo punto nel secondo!
In particolare, si perviene alle trasformazioni che portano un'elica su se stessa andando a combinare una rotazione intorno all'asse della superficie cilindrica con una traslazione nella direzione delle rette della superficie.
Il termine "elica" fa subito pensare pure ad applicazioni tecnologiche di rilievo: in meccanica, un'elica è uno strumento che trasforma un movimento rotatorio in una spinta di direzione perpendicolare al piano di rotazione.
La mente brillante di Leonardo da Vinci (di cui abbiamo parlato qui) condusse poi alle eliche degli elicotteri, delle navi e degli aerei.
Tuttavia, già in tempi più antichi le peculiarità delle eliche cilindriche vennero riconosciute e sfruttate.
Oltre al torchio di legno impiegato sin dal I secolo a.C. nel Mediterraneo per spremere uva ed olive, va ricordata la cosiddetta pompa (vite) senza fine di Archimede, chiamata anche coclea (termine latino che sta per "chiocciola").
Essa è generalmente costituita da un tubo in cui scorre una vite cilindrica; posta in rotazione la vite, ogni avvolgimento porta acqua o altro materiale incoerente all'avvolgimento seguente, fino a quando l'acqua o il materiale raggiungono l'altro estremo del tubo, nel quale vengono raccolti o fatti espandere.
Al giorno d'oggi la vite è considerata una macchina semplice (ovvero non scomponibile in parti che siano a loro volta macchine) capace di trasformare un moto circolare in un moto rettilineo.
Molti attribuiscono l'origine della vite al grande matematico greco Archita di Taranto (428-347 a.C.).
Secondo lo storico e matematico Proclo di Costantinopoli (412-485 d.C.), le proprietà matematiche della vite sono dovute a un altro notevole esponente della matematica antica, cioè Apollonio di Perga (262-190 a.C), l'autore delle famose "coniche".
Successivamente, Erone di Alessandria (vissuto tra il I e il II secolo d.C.) giunse ad un metodo per creare viti cilindriche con la propria madrevite.
Le prime viti erano naturalmente costitute da legno; le viti metalliche apparvero in Europa nel XV secolo, tuttavia per una produzione di massa bisognerà aspettare il XVIII secolo.
Infatti, nel 1797, il giovane ingegnere britannico Henry Maudslay (1771-1831) inventò un apposito tornio per costruire viti.
L'anno successivo ci fu una del tutto analoga invenzione da parte di David Wilkinson (1771-1852), negli Stati Uniti.
Il vero e proprio boom delle viti metalliche, come le conosciamo oggi, si manifestò durante la Seconda guerra mondiale.
Negli anni '30 fu peraltro ideata la vite con testa a croce.
Vi starete ormai impazientemente chiedendo: "Sì, ma cosa c'entra l'elica con l'arte?".
Andiamo dritti al nocciolo della questione!
In realtà, spesso e volentieri, la matematica risulta una disciplina assai creativa mentre l'arte tende ad utilizzare le regole rigorose della matematica, come nel caso del principio di proiezione e sezione alla base della prospettiva focale, di cui abbiamo parlato qui.
Per far percepire l'attività creativa della matematica, riporto un breve passo da Récoltes et semailles, opera scritta, tra il 1983 e il 1986, dal grandissimo matematico Alexander Grothendieck (1928-2014), passo che traggo da un bel libro intitolato Matematica ribelle, le due vite di Alexander Grothendieck:
"La maggior parte dei matematici...hanno la tendenza a confinarsi in un quadro concettuale, in un ≪Universo≫ fissato una volta per tutte — quello, sostanzialmente, che hanno trovato ≪bell'e pronto≫ quando hanno fatto i loro studi. Possono essere paragonati a chi abbia ereditato una grande e bella dimora, arredata con tutte le comodità, con i suoi saloni, le sue cucine e i suoi laboratori, e le sue casseruole e attrezzi per ogni evenienza, con i quali c'è modo certamente di cucinare e di fare tanti bei lavoretti...Per quel che mi riguarda, sento piuttosto di appartenere alla stirpe dei matematici la cui vocazione spontanea, e la cui gioia, è di costruire senza posa case nuove. Strada facendo, costoro non possono sottrarsi anche al compito di inventare e di forgiare man mano tutti gli arnesi, utensili, mobili e strumenti che sono necessari tanto per costruire la casa dalle fondamenta fino al colmo del tetto, quanto per rifornire in abbondanza le future cucine e i futuri laboratori, e arredare la casa per viverci con tutti gli agi. Ciò nonostante, non appena tutto è sistemato fino all'ultima grondaia e all'ultimo sgabello, è raro che l'operaio si trattenga a lungo nei luoghi in cui ogni pietra e ogni trave reca traccia della mano che l'ha lavorata e posata. Il suo posto non è nella quiete degli universi bell'e pronti, per quanto armoniosi e accoglienti possano essere — non importa se siano stati congegnati dalle sue proprie mani o da quelle dei suoi predecessori. Altri compiti già lo chiamano su nuovi cantieri, sotto la spinta imperiosa di bisogni che è forse il solo a provare chiaramente, o (ancora più spesso) anticipando bisogni che è il solo a presagire."
L'interessante commento a seguito del suddetto passo presente nel testo Matematica ribelle è quello che segue:
"Il profano che si accosti all'opera matematica di Grothendieck dovrà dunque abbandonare l'idea comune secondo cui il matematico è un problem solver e provare a considerarlo come un demiurgo, o piuttosto come un artista. In questa prospettiva, la matematica diventa un'arte, seppure del tutto particolare, nella quale l'arbitrarietà delle invenzioni si concilia con il rigore delle dimostrazioni, e l'immaginazione si accorda con la ragione: le sue opere sono teorie in un intreccio, un disegno, che permette sempre di cogliere un'unità nella molteplicità."
Questa premessa ci serve per introdurre un argomento che è a cavallo tra matematica ed arte, una forma geometrica che ha e ha avuto tante applicazioni in campo artistico ed architettonico: stiamo parlando dell'elica!
Un'elica cilindrica è semplicemente una curva nello spazio tridimensionale, la quale viene rappresentata alla stregua di una linea avvolta con un angolo costante intorno ad un cilindro (a sezione circolare).
Un'immagine suggestiva che potremmo far scaturire nella nostra mente per fissare bene il concetto di elica in geometria è quello di un contenitore a forma di cilindro attorno al quale si è avvolto un lungo serpente (naturalmente assumendo un arrotolamento perfetto ad angolo costante del rettile)!
Se proprio vogliamo essere rigorosi, dovremmo dire che l'elica è caratterizzata da un vettore tangente, il quale forma un angolo costante con una direzione ben precisa, che è la direzione definita dal proprio asse di rotazione.
Il fatto di essere una linea della superficie cilindrica a pendenza costante rende palese l'utilità della costruzione di scale proprio a forma di elica, le cosiddette "scale a chiocciola".
Da un punto di vista puramente matematico, un'elica può essere poi descritta parametricamente dalle seguenti equazioni:
ove r è il raggio del cilindro, t è un parametro numerico reale, c è una costante denominata ≪passo≫ dell'elica.
In particolare, il passo designa la distanza minima tra 2 punti dell'elica che giacciono sulla medesima verticale, ossia che hanno le stesse coordinate x ed y.
È interessante constatare che, quando c = 0, le equazioni vanno a descrivere nientemeno che un cerchio, che è quindi una forma degenere di elica, mentre un'ulteriore forma degenere si ha ovviamente quando r = 0, imposizione che riduce il tutto a una linea retta!
Tra le proprietà dell'elica cilindrica, di particolare interesse è la seguente: dati 2 punti qualsiasi su un cilindro, ma non sulla stessa retta generatrice, il cammino più breve (chiamato geodetica) sul cilindro per andare da un punto all'altro è proprio un'elica!
Il segno positivo o negativo del passo c determina pure se l'elica è destrogira o levogira.
Tutto ciò fa dell'elica un oggetto chirale (si veda qui)!
Le viti a elica sono quasi tutte destrogire.
Le eliche cilindriche condividono una peculiarità con le rette e le circonferenze: sono infatti le curve che ammettono un gruppo di isometrie in sé.
In altre parole, presi 2 punti della linea considerata, esiste un'isometria del gruppo che trasforma la linea in sé, portando il primo punto nel secondo!
In particolare, si perviene alle trasformazioni che portano un'elica su se stessa andando a combinare una rotazione intorno all'asse della superficie cilindrica con una traslazione nella direzione delle rette della superficie.
Il termine "elica" fa subito pensare pure ad applicazioni tecnologiche di rilievo: in meccanica, un'elica è uno strumento che trasforma un movimento rotatorio in una spinta di direzione perpendicolare al piano di rotazione.
La mente brillante di Leonardo da Vinci (di cui abbiamo parlato qui) condusse poi alle eliche degli elicotteri, delle navi e degli aerei.
Tuttavia, già in tempi più antichi le peculiarità delle eliche cilindriche vennero riconosciute e sfruttate.
Oltre al torchio di legno impiegato sin dal I secolo a.C. nel Mediterraneo per spremere uva ed olive, va ricordata la cosiddetta pompa (vite) senza fine di Archimede, chiamata anche coclea (termine latino che sta per "chiocciola").
Essa è generalmente costituita da un tubo in cui scorre una vite cilindrica; posta in rotazione la vite, ogni avvolgimento porta acqua o altro materiale incoerente all'avvolgimento seguente, fino a quando l'acqua o il materiale raggiungono l'altro estremo del tubo, nel quale vengono raccolti o fatti espandere.
Al giorno d'oggi la vite è considerata una macchina semplice (ovvero non scomponibile in parti che siano a loro volta macchine) capace di trasformare un moto circolare in un moto rettilineo.
Molti attribuiscono l'origine della vite al grande matematico greco Archita di Taranto (428-347 a.C.).
Secondo lo storico e matematico Proclo di Costantinopoli (412-485 d.C.), le proprietà matematiche della vite sono dovute a un altro notevole esponente della matematica antica, cioè Apollonio di Perga (262-190 a.C), l'autore delle famose "coniche".
Successivamente, Erone di Alessandria (vissuto tra il I e il II secolo d.C.) giunse ad un metodo per creare viti cilindriche con la propria madrevite.
Le prime viti erano naturalmente costitute da legno; le viti metalliche apparvero in Europa nel XV secolo, tuttavia per una produzione di massa bisognerà aspettare il XVIII secolo.
Infatti, nel 1797, il giovane ingegnere britannico Henry Maudslay (1771-1831) inventò un apposito tornio per costruire viti.
L'anno successivo ci fu una del tutto analoga invenzione da parte di David Wilkinson (1771-1852), negli Stati Uniti.
Il vero e proprio boom delle viti metalliche, come le conosciamo oggi, si manifestò durante la Seconda guerra mondiale.
Negli anni '30 fu peraltro ideata la vite con testa a croce.
Vi starete ormai impazientemente chiedendo: "Sì, ma cosa c'entra l'elica con l'arte?".
Andiamo dritti al nocciolo della questione!
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