Come è ormai tradizione quando si avvicina il Festival di Sanremo, prendiamo qui spunto per provare a mostrare, al di là della naturale soggettività di opinione quando si ascolta la musica, cos’è il bel canto.
Non va mai dimenticato che la musica ha uno strettissimo legame con la fisica, anzi diciamo che la musica stessa è fisica che diventa arte e che quindi ha una svariata gamma di parametri oggettivi valutabili.
Purtroppo va constatato che l’andamento generale della musica negli ultimi decenni è sempre più tendente verso una pura banalizzazione delle melodie, per non parlare dei testi, in generale sempre meno di impatto e meno densi di poesia.
Questo non vuol dire che tutto ciò che accada a un festival musicale moderno come Sanremo sia da buttare, tuttavia è davvero molto poco ciò che potrebbe rientrare in ciò che un ascoltatore con un minimo di cultura musicale seria definirebbe "musica".
Per esempio, tra le cose molto positive, lo scorso anno (2020) la straordinaria Tosca ha portato in gara un intensissimo e poetico brano intitolato Ho amato tutto e, allo stesso tempo, abbiamo avuto il grande jazzista italiano Raphael Gualazzi in una bella rivisitazione di E se domani in duetto con la splendida voce di Simona Molinari.
Il problema è che queste esibizioni sono ormai come gocce di acqua pura in un oceano melmoso, fatto di gente che arriva ai massimi picchi di popolarità con poco o addirittura nullo talento, abuso di strumenti di manipolazione audio come l’autotune, melodie inconsistenti, testi che non comunicano nulla.
Per fortuna nel mondo ci sono diverse eccezioni a tale tendenza, artisti (dotati di immenso talento) che ancora provano a dare una speranza alla musica moderna, ma ci sono tanti che percorrono questa strada e vengono quasi totalmente ignorati a scapito del trend commerciale malsano.
Con questa premessa, proviamo qui a fare un esperimento.
Il Festival di Sanremo vedrà 26 canzoni in gara; bene, propongo qui una sorta di “gara ideale” che fornisca un’idea generale di cosa sia il canto nella sua massima espressione e in vari generi musicali, tra passato e presente, che aiuti a sviluppare una visione più consapevole e critica di ciò che si ascolta quotidianamente.
Ecco dunque una playlist con una selezione di 26 brani:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLfvrJ-L5fmU3mq6i62VS9M0U8WS8a1eNJ
Ma veniamo ad una breve presentazione dei brani.
1) You’re Not From Here - Lara Fabian. Il brano è tratto dall’album Lara Fabian, datato 2000, un album che contiene alcuni dei brani più significativi della carriera della straordinaria cantautrice italo-belga, tra cui il famoso Adagio (di cui parleremo tra poco). You’re Not From Here è un’incredibile ballad, che trova il suo apice nella frase “And I fly”, in cui la voce immensa della Fabian fa letteralmente volare l’ascoltatore con la musica.
2) Too Much Love Will Kill You - Queen. I Queen e il band leader Freddie Mercury (1946-1991) non hanno bisogno di presentazioni.
La storia intorno alla suddetta canzone è interessante. Il brano è stato infatti originariamente pubblicato dal chitarrista, compositore (e astrofisico) dei Queen Brian May nel 1992, tuttavia il pezzo era già stato scritto sin dal 1988. Pochi anni dopo la morte di Mercury i Queen decisero di lavorare su un album postumo, in cui inserirono pure Too Much Love Will Kill You facendo uso della traccia vocale di Mercury, registrata tra il 1988 e il 1989. Tale versione venne pubblicata come singolo il 26 febbraio 1996 e costituisce uno dei brani più intensi della prodigiosa discografia della band.
3) The Lady is A Tramp - Ella Fitzgerald. La Fitzgerald (1917-1996) è stata una delle più grandi dive dell’epoca d’oro del jazz. Regina dello “scat vocal”, ossia di particolari e complicatissimi virtuosismi tipici della musica jazz, vinse ben 14 Grammy Awards. La ascoltiamo qui in una frizzante ed entusiasmante versione del brano, del 1937, The Lady is A Tramp, facente parte del musical Babes in Arms dei noti Richard Rodgers e Lorenz Hart e diventato un vero e proprio standard del jazz.
4) I’m a Fool to Want You - Billie Holiday. Un’altra tra le mitiche dive dell’epoca d’oro del jazz è proprio Billie Holiday (1915-1959), spesso soprannominata Lady Day. Anche se non dotata dell’estensione vocale della Fitzgerald, la Holiday seppe assicurarsi il suo posto nella storia della musica grazie ad un timbro caratteristico e ad una capacità interpretativa unica. Un esempio lampante di tale capacità lo troviamo proprio nel brano I’m a Fool to Want You, un brano del 1951 scritto nientemeno che da Frank Sinatra (testo) insieme a Jack Wolf e Joel Herron.
La versione della Holiday che ascolterete è quella tratta dall’album Lady in Satin (1958), penultimo album registrato dalla cantante. L’interpretazione fornita dalla Holiday rende il brano una perla speciale da ascoltare e riascoltare.
5) Only One Road - Céline Dion. Passiamo ora a quella che è forse la voce più straordinaria dell’epoca moderna della musica (per epoca moderna intendo il periodo che va dal 1990 ad oggi, periodo in cui man mano la musica popolare ha iniziato il suo percorso involutivo).
Le capacità di belting sostenuto e di emettere note perfettamente risonanti della Dion sono di primissimo livello. Oltre a questo, l’aspetto forse più straordinario della sua voce (specialmente nel suo periodo migliore, anche se è sempre riuscita a preservare ottimamente il proprio straordinario strumento) è il fatto di poter passare in un attimo dall’essere dolce come il miele a graffiante e incisiva come una lama tagliente. Ciò l’ha resa adatta ad approcciarsi con successo ad una moltitudine di generi musicali diversi assolutamente incredibile, dal pop al rock, dal jazz alla dance, oltre che ad accompagnare altri straordinari artisti in duetti memorabili. Ascoltiamo qui il brano Only One Road, tratto dall’album The Colour of My Love (1993), una tra le canzoni che più mette in evidenza le abilità appena menzionate della Dion.
6) Fa Che Non Sia Mai - Eramo & Passavanti. Anche la musica italiana è ricca di perle memorabili. Qui abbiamo una bellissima canzone (scritta da A. De Angelis e Bungaro) di un duo di talenti che parteciparono con questa alla selezioni per Sanremo Giovani del 1997: la cantante Barbara Eramo e il pianista Claudio Passavanti. La voce della Eramo è qualcosa di sublime e di un livello difficilmente riscontrabile nelle produzioni musicali italiane odierne. Il brano venne registrato ed inserito nell’album Oro e Ruggine (1998) del duo.
7) Across Endless Dimension - Dimash Qudaibergen. Passiamo ora ad un brano del 2020 composto dal regista e compositore italiano, Piergiuseppe Zaia, per la colonna sonora del film Creators - The Past. La voce è quella di colui che è senza dubbio la migliore voce maschile in circolazione al mondo, un “alieno” dotato di oltre 6 ottave di estensione vocale e in grado di spaziare agevolmente tra i vari registri della voce umana: il giovane kazako Dimash Qudaibergen. Anche Dimash, come la Dion, è in grado di dosare come vuole la sua voce e passare da suoni soavi e paradisiaci sino a note pungenti e stratosferiche, come il “Touch the sky” intonato alla fine della suddetta canzone.
8) I’ve Got You Under My Skin - Frank Sinatra & Bono. Passiamo dalla migliore voce maschile della musica odierna a colui che non per caso venne soprannominato “The Voice”: il mitico Frank Sinatra (1915-1998). Sinatra è forse la figura che più di tutte è riuscito a fare da connubio tra la musica jazz pura (egli iniziò la sua carriera come cantante nella nota orchestra del trombonista Tommy Dorsey) e la canzone popolare. Negli ultimi anni della sua vita, precisamente nel periodo 1993-1994, Sinatra pubblicò un paio di album di memorabili duetti, Duets e Duets II, tra cui troviamo proprio quello con leader della band rock irlandese U2, Bono. Il brano è un altro dei cosiddetti jazz standard, scritto nel 1936 nientemeno che da Cole Porter per il musical Born to Dance. Ottenne una candidatura come miglior canzone agli Oscar nel 1937, ma non vinse il premio perché questo fu assegnato ad un altro capolavoro, ossia The Way You Look Tonight, che fu peraltro un altro cavallo di battaglia di Sinatra.
9) Impossible (Orchestral Version) - Nothing But Thieves. I Nothing But Thieves sono un gruppo alternative rock britannico formatosi nel 2012. La voce principale, Conor Mason, è davvero tra le migliori del panorama odierno del genere. Quello che andiamo ad ascoltare è uno dei brani più noti della band, Impossible, ma in una versione orchestrale che mette ancora più in luce le abilità canore ed interpretative di Mason.
10) I’m Not A Warrior - Sonnet Son. Canzone intensissima interpretata da una voce a dir poco magistrale, quella della sudcoreana Son Seung-yeon, più nota come Sonnet Son, vincitrice della prima edizione (2013) di The Voice of Korea. Sia ben presente che questo non è un brano di K-pop, o meglio, non lo è secondo l’accezione popolare che viene data a quel termine. I’m Not A Warrior è un pezzo serio di musica, scritto da Aleena Gibson, Molly Sanden e Walter Afanasieff (già autore di memorabili canzoni per artisti del calibro di Mariah Carey, Celine Dion, Patti LaBelle, Michael Bolton e così via) che merita un’attenzione particolare.
11) Adagio - Shirley Bassey. Come ho anticipato prima, nella playlist è presente anche l’incredibile canzone Adagio, basata sul classico Adagio di Giazotto (spesso attribuito erroneamente ad Albinoni). La versione originale, come già detto, si deve a Lara Fabian (e chi non l’avesse mai ascoltata corri ad ascoltarla). Qui però volevo fare una segnalazione più particolare e davvero suggestiva. L’immensa Shirley Bassey (nota ai più per le sue interpretazioni di brani colonna sonora dei film della serie 007 come Goldfinger, ma anche per la partecipazione al festival di Sanremo 1968 con la canzone La vita) ha registrato nel 2020 il suo ultimo album, I Owe It All To You, all’età di 83 anni. La voce della Bassey è una di quelle perle rare che, nonostante il passare del tempo, è rimasta potente e incisiva ed è in grado di regalare ancora grandissime emozioni. Se l’Adagio nella versione della Fabian è l’emblema della perfezione tecnica del canto, la Bassey riesce a compensare magistralmente con un’interpretazione differente accompagnata da un ottimo arrangiamento, che rendono entrambe le versioni di tali straordinarie artiste degne di lode.
12) El Perdòn - Diana Navarro. A proposito di brani intensi, El Perdòn, contenuto nell’album Resiliencia (2016) della talentuosa cantante spagnola Diana Navarro, ci fa sperimentare un’esperienza sensoriale fantasmagorica. Il controllo del volume che la Navarro riesce ad ottenere in tale pezzo è a dir poco sensazionale.
13) It Had to Be You - Barbra Streisand & Michael Bublé. L’aspetto straordinario della musica è quello di poter trasmettere un’infinità di sensazioni emotive che spaziano dal dolore puro, intenso alla gioia e allegria più sincere. L’interpretazione fornita dalla Streisand e Bublé del brano It Had To Be You, scritto nel 1924 da Isham Jones con testo di Gus Kahn, appartiene a quest’ultima categoria. Barbra Streisand è una leggenda vivente. Attrice superba, cantante dal controllo vocale tra i migliori di sempre, tanto che si ha l’impressione che non faccia il minimo sforzo per emettere le complesse note che va ad emettere. Bublé è una delle migliori voci maschili della musica odierna, che ha preso in eredità la strada aperta dai grandi crooner del passato come il già citato Frank Sinatra, Bing Crosby, Dean Martin, Perry Como e così via.
14) The Story - Brandi Carlile. Brano del 2007 tratto dall'omonimo album dell'ottima cantante folk rock statunitense Brandi Carlile. Anche qui è riscontrabile una prodigiosa abilità nella modulazione della voce, che parte soave all’inizio del brano e muta improvvisamente in un’emissione graffiante e pungente, adatta allo sviluppo narrativo del brano. The Story è sicuramente tra i brani di musica pop rock più significativi del XXI secolo.
15) Rise Up - Morissette Amon. Rise Up è un meraviglioso brano originariamente interpretato dalla brava cantante statunitense Andra Day nel 2015. Qui però siamo di fronte ad uno di quei casi in cui un’artista di livello persino superiore riesce quasi ad oscurare una versione originale già di alta caratura! Ci stiamo riferendo alla giovane filippina Morissette Amon. L’interpretazione della Amon, dotata di una capacità tecnica assolutamente fuori dal comune, è qualcosa di sublime, tanto che spesso nei commenti alle sue esibizioni si parla di “eargasm”, termine usato nel linguaggio popolare per indicare una sensazione euforica provocata dalla musica.
16) Lately - Stevie Wonder. Lately è una ballata soul scritta ed interpretata dalla leggenda vivente Stevie Wonder e pubblicata nel 1980 nell’album Hotter than July. Il critico Jason Elias scrisse a riguardo di tale brano, per via della sua proverbiale intensità emotiva: "it's enough to make a listener fall prey to an old-fashioned cry”. Direi che non c’è da aggiungere altro!
17) If I Could - Regina Belle. Trattasi di un brano scritto da Ken Hirsch, Marti Sharron e Ronald Miller e pubblicato nell’album Passion (1993) della cantautrice statunitense Regina Belle. Questo brano mette perfettamente in luce le abilità canore ed interpretative di altissimo livello della Belle, celebre anche per il suo duetto con Peabo Bryson in A Whole New World, brano portante del film Disney Aladin del 1992. If I Could venne coverizzata successivamente anche da grandi nomi come Barbra Streisand, Céline Dion e Michael Bolton.
18) Everything Must Change - Sarah Vaughan. La Vaughan (1924-1990), assieme alla Fitzgerald e alla Holiday, costituisce quella che si potrebbe definire la sacra trinità delle dive della musica jazz. Spesso soprannominata Sassy, ma pure Sailor e “La divina”, era dotata di una voce da contralto assolutamente stupefacente e di un controllo vocale che faceva gara a quello della Streisand. Qui ascoltiamo la sua interpretazione (Live at Rosy’s) della canzone Everything Must Change, scritta da Benard Ighner nel 1974. Vi aspettano quasi 7 minuti di pura delizia per le orecchie.
19) Io vivrò senza te - Mina. Ritorniamo sulla musica leggera italiana e sul nome che ne è probabilmente il massimo emblema: Mina Anna Maria Mazzini. Con le naturali differenze, Mina è stata la Barbra Streisand italiana, una voce capace di catalizzare sempre l’attenzione, al punto che ancora oggi, nonostante questa artista non si esibisca pubblicamente dal 1978, la sua fama non è minimamente calata. Mina ha avuto la fortuna, nel corso della sua lunga carriera (ancora pienamente attiva almeno da un punto di vista discografico), di aver ricevuto brani a dir poco straordinari dai massimi autori di musica leggera italiana, da De André a Battisti. Persino il grande maestro Ennio Morricone compose per lei la celebre canzone Se Telefonando. Qui ascoltiamo però la straziante interpretazione (live dalla Bussola, 1972) di Io vivrò senza te, canzone pubblicata originariamente nel 1968 da Lucio Battisti.
20) È tutto un attimo - Anna Oxa feat. New Trolls. Rimanendo nel campo delle grandi voci italiane, un’altra sicuramente degna di nota è quella di Anna Oxa, artista poliedrica, dotata di tecnica vocale a dir poco invidiabile. Ascoltiamo qui una sua fantastica esibizione live (accompagnata dal gruppo progressivo rock italiano New Trolls) di È tutto un attimo, brano del 1986 scritto da Umberto Smaila, Adelio Cogliati e Franco Ciani.
21) E non finisce mica il cielo - Mia Martini. Capolavoro scritto da Ivano Fossati e inizialmente destinato a Mina, questo brano è stato portato da Mia Martini al Festival di Sanremo del 1982. La canzone non vinse il Festival ma si aggiudicò il Premio della Critica, che venne proprio istituito in quell’anno e dedicato alla stessa Mia Martini dopo la sua morte. La capacità interpretativa unica ed incisiva che possedeva la Martini la rende una delle più grandi cantanti in assoluto della storia della musica leggera italiana.
22) Poesia per una rosa - Silvia Mezzanotte e Ugo Mazzei. È un duetto meraviglioso uscito il 12 febbraio 2021 tra una delle voci migliori femminili del panorama canoro italiano attuale, la Mezzanotte (che è stata la degna erede per molti anni della straordinaria Antonella Ruggiero all’interno dei Matia Bazar), e un bravissimo cantautore siciliano, Ugo Mazzei. Tutto quanto è di primissimo livello: musica, testo ed interpretazione. Una canzone che sembra quasi “aliena” per via della sua immensa qualità nel panorama musicale italiano odierno e che meriterebbe una grande popolarità che sinora, purtroppo, non ha ottenuto!
23) Halo - Madilyn Bailey. Il brano Halo è stato scritto da Ryan Tedder, il frontman dell’ottima band OneRepublic e portato al successo da Beyoncé nel 2009. Senza nulla togliere alla versione originale, la cover qui presentata da parte di Madilyn Bailey, incredibile talento avente una certa popolarità sul web, riesce a fornire una nuova interpretazione al brano, portandolo su altissimi picchi emozionali.
24) A Piece of Sky - Regine Velasquez. Il brano A Piece of Sky è tratto dal film musical Yentl del 1983 prodotto e interpretato da Barbra Streisand. Il brano è tecnicamente e interpretativamente già molto impegnativo nella sua strepitosa versione originale. Qui ascoltiamo una versione persino più complicata, splendidamente gestita dalla magistrale voce di Regine Velasquez, una cantante filippina di eccezionale livello, che ha influenzato tutta la futura generazione di giovani incredibili cantanti filippine, tra cui la già citata Morissette Amon, Katrina Velarde e Jona Viray. Il finale del pezzo toglie letteralmente il respiro!
25) Ghost Love Score - Yannis Papadopoulos. Abbiamo sinora ascoltato diversi generi musicali. Inseriamo in questa gara immaginaria anche un meraviglioso pezzo symphonic metal originariamente interpretato dal gruppo finlandese Nightwish e, in particolare, dalla magistrale voce della band leader Floor Jansen. Diamo però spazio qui alla cover del probabilmente meno conosciuto cantante greco Yannis Papadopoulos, leader del gruppo power/heavy metal Beast in Black. Costui è dotato di una estensione vocale pazzesca e riesce a fornire una straordinaria cover all’altezza dell’originale.
26) Ebben? Ne andrò lontana - Maria Callas. Vi sarete accorti che la playlist non presenta alcun brano di canto puramente lirico, almeno sino a questo finale. La scelta è dovuta al fatto che l’idea del post è quella di fornire una minima base di cosa sia davvero il bel canto, anche senza andare a toccare quel mondo (la lirica) dove il bel canto è proprio il mattone essenziale su cui poggia tutto. Tuttavia non potevo esimermi, almeno nel finale, di mettere in luce uno dei massimi esempi della perfezione della musica classica. Spesso si sente dire, specialmente dai più giovani, che la musica classica e l’opera sono noiose…Provate allora ad ascoltare questa interpretazione del divino soprano Maria Callas (1923-1977) e ad avere il coraggio di affermare che sia noiosa! In questa interpretazione è raccolta l’essenza stessa del canto e della buona musica in generale, quella di, come diceva il grande direttore d’orchestra e compositore Leonard Bernstein, “nominare l’innominabile e comunicare l’inconoscibile”. Aggiungo che il brano è tratto dall’opera (datata 1892) in 4 atti La Wally di Alfredo Catalani e rappresenta uno dei massimi picchi raggiunti dalla musica italiana nella storia della musica.
Bene la presentazione è conclusa! Un’ultima doverosa precisazione: naturalmente avendo potuto selezionare solo 26 brani, tanti grandissimi artisti non hanno trovato posto nella playlist semplicemente per mancanza di spazio. Potete provare, se ci riuscite, ad individuare il vostro brano preferito all’interno della suddetta playlist, ma essendo una “gara ideale” sono in ogni caso tutti quanti vincitori.
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