domenica 5 agosto 2012

RANGO!!!

Rango!!!
Rango cosa?
Molti staranno pensando allo straordinario film d'animazione con protagonista un camaleonte, con la voce di Johnny Depp, alla ricerca dell'acqua, Rango appunto!



Vi mostro ora questa immagine:









La seconda parte dell'immagine è ben riconoscibile: trattasi del camaleonte a cui ci siamo appena riferiti.
Ma che nesso c'è tra l'immagine collocata nella prima metà (una matrice) e il personaggio del film d'animazione?


Risposta secca: Rango!!!
Risposta esaustiva: anche una matrice A possiede una singolare proprietà che si chiama rango (o caratteristica)!
Di matrici abbiam parlato in ben 2 post (consiglio i lettori non esperti di visionarli prima di continuare a leggere il presente articolo):

- "Metodo di Gauss-Jordan e sue origini antiche";
- "Matrici: il concetto di determinante".

Adesso scopriamo che cos'è il rango di una matrice.
Premessa: non è un concetto complicato!
Prendiamo una qualsivoglia matrice; denominiamola R






e riduciamola a gradini mediante il metodo di Gauss-Jordan:






Anzi, possiamo pure sistemare la matrice in modo ancora migliore, lasciando i pivot assieme a tutti zeri nella colonna corrispondente:






Abbiamo completato l'eliminazione di Gauss-Jordan!
Arriviamo al punto: il rango di una matrice è il numero di pivot rimasti dopo aver attuato il metodo di Gauss-Jordan sulla matrice fornita o, equivalentemente, il numero di righe non nulle rimaste a seguito del procedimento.
Detto ciò, è facile constatare che il rango della matrice R è 2.
In forma compatta scriviamo rank R = 2.
Avrete adesso sicuramente capito che il rango della matrice A, cioè quella accostata all'immagine del simpatico camaleonte, è 4.
Un ultimo esempio: questa volta prendiamo una matrice quadrata 4 x 4, la chiamiamo B:










Procediamo con il metodo di Gauss-Jordan:

 
Andiamo avanti:






Terminato il procedimento, abbiamo ottenuto una matrice triangolare superiore (ossia con tutti elementi nulli al di sotto della diagonale principale) avente rango pari a 4.
Esiste un famoso teorema che coinvolge il rango e i sistemi di equazioni lineari: il teorema di Rouché-Capelli (in realtà questa denominazione non è universale; in altri paesi il teorema prende il nome anche da altri matematici, oltre Eugène Rouché e Alfredo Capelli: ci stiamo riferendo a Fontené, Kronecker e Frobenius).
Forniamo quindi l'enunciato del teorema:

"Sia Ax = b un sistema lineare in n incognite, dove:

  • A = matrice dei coefficienti delle incognite;
  • x = matrice colonna delle incognite;
  • b = matrice colonna dei termini noti.
Allora il sistema ammette soluzioni (in gergo tecnico si dice che risulta compatibile o risolubile) se e solo se il rango di A è uguale al rango della matrice completa [A⎮b], cioè, scritto in termini più rigorosi: rank A = rank [A⎮b]."

Quali sono le conseguenze del suddetto teorema?
Ebbene, ponendo r = rank A e r' = rank [A⎮b] si delineano 3 possibilità differenti per un dato sistema:

1) se n = r = r', il sistema ammette un'unica soluzione: il sistema è determinato;
2) se n > r = r', il sistema ammette infinite soluzioni dipendenti da n - r parametri: il sistema è sottodeterminato, ovvero (per essere precisi) ammette:

 

3) se r ≠ r', il sistema non ha soluzioni: il sistema è impossibile o sovradeterminato. 

Abbiamo definito il rango sfruttando il metodo di Gauss-Jordan e abbiamo scoperto il teorema di Rouché-Capelli.
In realtà, possiamo fornire una definizione equivalente di rango basata sui determinanti.
Intanto, dobbiamo definire cosa sia un minore di ordine q di una matrice A.
Data appunto una matrice A costituita da m righe ed n colonne, viene chiamato minore di ordine q della matrice A il determinante di una sottomatrice quadrata estratta da A e formata da q righe e q colonne.
Ecco un'immagine illustrativa del concetto:











Il rango di una certa matrice non è altro che il massimo ordine dei minori non nulli estraibili da essa.
Facciamo un esempio; prendiamo la seguente matrice:






Estraiamo da essa una sottomatrice quadrata di ordine 3:






Calcoliamo il determinante di tale sottomatrice usando lo sviluppo di Laplace sulla 2° riga:





Notiamo che tale sottomatrice di ordine 3 ha determinante nullo.
In realtà, tutte le sottomatrici di D di ordine 3 presentano determinante nullo.
Ne consegue che il rango di D non può essere pari a 3.
Consideriamo allora le sottomatrici di ordine 2.
Prendiamo ad esempio la sottomatrice:





Risulta semplicissimo constatare che il determinante di tale sottomatrice è -2, un valore non nullo.
Possiamo pertanto asserire che la matrice D ha rango equivalente a 2.
Se provate a rinvenire il rango di D con il metodo di Gauss-Jordan, il risultato sarà il medesimo.
Per concludere la trattazione, scopriamo una semplice ma importante applicazione geometrica del concetto di rango.
Il concetto di rango è molto utile per capire se, nello spazio tridimensionale, una certa retta r risulta contenuta in un piano π.
Diciamo intanto che una generica retta nello spazio tridimensionale può essere scritta (in forma cartesiana) in tal modo:





L'equazione di un piano generico è invece:



Detto ciò, una retta risulta contenuta in un piano se e solo se il rango della matrice che ha come righe i coefficienti delle incognite di retta e piano è uguale al rango della matrice completa (ossia avente anche la colonna dei termini noti) associata alla retta e al piano.
Il tutto diventa più chiaro mediante un esempio.
Prendiamo la seguente retta r:





e il seguente piano π:




Ne consegue che la retta r è contenuta nel piano π se e solo se:






Effettivamente, in questo caso, tale condizione è soddisfatta, visto che il rango della prima matrice è identico a quello della seconda ed è pari a 2 (provate voi ad eseguire il calcolo!).
Ergo, la retta r è contenuta nel piano π!
Ecco l'immagine di una retta contenuta in un piano:

 

 





Ah, visto che il camaleonte Rango vagava nel deserto alla ricerca di acqua, per chiudere, fornisco appunto un po' d'acqua, ma in forma musicale e digitale, riportandovi un video inerente alla Water Music di Händel!



Nessun commento:

Posta un commento